Chi sono?
In un mondo imperfetto, l’arte è ciò che più ci avvicina a quell’idea di compiutezza che è propria della sfera divina.
Se dunque, come sosteneva Dalí, non raggiungeremo mai la perfezione, almeno possiamo avvicinarci a quel divino che è presente in ognuno di noi.
Mi chiamo Barbara Meletto, sono laureata in Lettere con una specializzazione in Storia della Critica d’Arte.
Sono nata tra quelle splendide montagne che hanno dato i natali a Tiziano e che hanno fatto innamorare un milanesissimo Dino Buzzati: le Dolomiti sono la mia patria, Venezia è la mia terra.
“Non aver paura della perfezione: non la raggiungerai mai.”
(Salvador Dalí)
L'arte per viverla bisogna amarla.
L’arte per me è studio, ma soprattutto passione, dedizione e amore; un amore viscerale che desidero condividere con tutti voi.
L’arte per viverla bisogna amarla.
“Il critico è colui che può tradurre in diversa forma o in una nuova sostanza la sua impressione delle cose belle. Tanto le più elevate quanto le più infime forme di critica sono una sorta di autobiografia. Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è un errore. Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono persone colte. Per loro c’è speranza. Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.”
(Oscar Wilde)
Che cos'è l'arte?
Facciamo un po' di chiarezza al riguardo!
Il termine arte è spesso abusato o usato in modo inappropriato.
Termine astratto che denota il fenomeno arte come qualcosa di separato e distinto dalla realtà materiale, relegandolo nella sfera più sublime ed idealistica dello spirito.
LA GENESI DEL TERMINE ARTE
Il termine "Arte", così come noi lo intendiamo, trova la sua origine nell'800: esso è il prodotto di una raffinata sintesi intellettuale e culturale, riferendosi all'arte figurativa e, in parte, anche all'arte della parola.
E' un termine astratto che denota il fenomeno arte come qualcosa di separato e distinto dalla realtà materiale, relegandolo nella sfera più sublime ed idealistica dello spirito.
IL MONDO ANTICO
Tale connotazione era del tutto estranea agli antichi che utilizzavano la parola ars nel senso più tecnico di "essere capaci di fare": le arti venivano da loro concepite come attività prettamente artigianali e riproducibili, del tutto avulse da quell'idea di "genio" che giungerà solo in epoca romantica.
Nel mondo antico, dunque, non esiste un'idea astratta di arte, ma si parla di arti specifiche come di abilità pratiche e manuali, frutto di insegnamenti e di regole codificate. Con questo non si vuole affatto affermare che gli antichi non sapessero che cosa è l'arte, in realtà essi avevano un sistema di riferimento diverso dal nostro e non possedevano un nome generale, dalla valenza estetizzante, per l'attività artistica nel suo complesso.
L'ARTE SUPERA IL TEMPO
Nel corso dei secoli la terminologia del fare artistico è mutata a seconda delle finalità e degli schemi culturali di riferimento: a variazioni lessicali corrispondono profonde differenze teoriche, in un gioco di esclusioni ed inclusioni di ciò che deve essere compreso o meno fra le arti. Quando parliamo di arte, quindi, parliamo di qualcosa che è il risultato di una riflessione e di un giudizio: il prodotto di storia e critica. Ma chi decide che cosa è arte e qual è il valore dell'arte?
L'arte diviene tale solo consegnandosi al tempo, ossia attraverso un'attribuzione di valore che supera l'epoca che l'ha prodotta.
Questa attribuzione di significato è consentita dalla forma materiale dell’arte, dotata di vita sua propria e di una capacità espressiva che, nelle sue manifestazioni più eccellenti, evita di farsi assorbire dal contesto storico-sociale, che pure la nutre, per collocarsi in una dimensione immortale.
L’opera d’arte supera lo spazio e il tempo: è una promessa di eternità.