“LA CONDIZIONE UMANA” (“LA CONDITION HUMAINE”) DEL 1933 È IL TITOLO DI UN QUADRO DI RENÉ MAGRITTE CHE PROPONE UN TEMA PIÙ VOLTE RIPETUTO DALL’ARTISTA, CON LIEVI VARIANTI DAL MEDESIMO SIGNIFICATO.
ANALISI DELL’OPERA
Ci troviamo all’interno di una stanza, davanti ad una finestra che mostra un paesaggio la cui parte centrale è costituita da una tela dipinta appoggiata ad un cavalletto.
La tela è identica a ciò che appare nel paesaggio: vi è dunque una continuità tra quello che rappresenta il quadro e quello che appare fuori della finestra.
Un’immagine che desta una certa incongruenza e perplessità ma che, come tutta l’opera di Magritte, dopo un primo sconcerto iniziale, ha il dono di far riflettere lo spettatore; una sorta di enigma per immagini che cela una riflessione sull’arte e sul fare artistico.
SIGNIFICATO DELL’OPERA

Ad una lettura immediata il quadro sembra voler alludere alla capacità mimetica dell’artista il quale ha riprodotto così fedelmente la realtà, tanto che l’aspetto del paesaggio si confonde con la superficie dipinta.
Ma questa non è che un’interpretazione scontata e banale.
Vi è infatti un significato più profondo, che scava nel concetto di opera d’arte e nel suo processo creativo: il paesaggio riprodotto nel quadro è quello che crea il paesaggio esterno, non viceversa.
Noi vediamo quello che viene realizzato attraverso l’opera d’arte: la natura in sé e per se stessa non esiste se non per la consistenza che noi le diamo attraverso la nostra interpretazione.
Questa analisi affonda le sue radici in un celebre paradosso di Oscar Wilde che sosteneva, con il suo sagace acume, che tutto ciò che noi vediamo è un riflesso di ciò che l’arte ci rivela, ossia è il frutto della nostra conoscenza di ciò che l’arte riproduce.
Noi vediamo ciò che sappiamo.
La percezione delle cose muta con il passare del tempo e da uomo a uomo, in relazione alla maturazione collettiva e alla conoscenza che ognuno personalmente possiede.
LA CONDIZIONE UMANA

Secondo Magritte la condizione umana è la condizione di ogni uomo costretto a vedere il mondo solo attraverso la propria esperienza.
Non esiste una verità oggettiva ed assoluta, poiché la nostra conoscenza si fonda sull’interpretazione individuale a sua volta contaminata dalle rappresentazioni artistiche; la realtà non è che la coscienza e conoscenza di una visione.
Esistono diverse varianti di questo stesso tema sempre con il quadro che si confonde con il paesaggio dietro la finestra: una volta la riva di un fiume o una spiaggia, un’altra volta la veduta di una città.
Immagini semplici che inducono a complicate elaborazioni intellettuali: non c’è bisogno del sogno, la realtà è un sogno ad occhi aperti.
“Questo mondo disordinato, pieno di contraddizioni, che è il nostro, è in definitiva favorevole, in modo più o meno parziale, a spiegazioni di volta in volta molto complesse e molto ingegnose che sembrano giustificarlo e renderlo accettabile per la maggior parte degli uomini.
Queste spiegazioni tengono conto di una certa esperienza. Si deve notare però che si tratta di un’esperienza già compiuta e che, se essa dà luogo a brillanti analisi, non è istituita in funzione di un’analisi delle sue condizioni reali.
la società futura svilupperà, nel cuore della vita stessa, un’esperienza che sarà il frutto di un’analisi profonda, le cui prospettive vanno delineandosi sotto i nostri occhi.
Grazie a una rigorosa analisi preliminare, l’esperienza pittorica quale la intendo io può essere istituita già fin d’ora. Quest’esperienza pittorica conferma la mia fede nelle possibilità ignorate della vita.
Tutte queste cose ignorate che pervengono alla luce mi fanno credere che la nostra felicità dipenda anch’essa da un enigma associato all’uomo e che il nostro solo dovere sia quello di sforzarci di conoscerlo.” (René Magritte, 1938)
Visita il sito della Washington National Gallery of Art dove è conservato “La condizione umana” di René Magritte (1933):
grazie per la òezione
Grazie a te che mi leggi 😉
anche io ti ringrazio, con questo post ho ampliato la mia conoscenza sulle modalità con cui ci rappresentiamo il mondo, credendo di “conoscerlo” o ancor più semplicemente di “vederlo”
Mi ha colpito moltissimo come la visione della natura sia educata dalla sensibilità degli artisti che lentamente ci porgono “visioni”, punti di vista che guidano la messa a fuoco del conoscere …
interessantissimo!!!!
così come la citazione di Magritte, poco abituata a leggere le parole di un pittore … mi sono sorpresa a “scruttarle” con una curiosità fortissima, come per capire un altro modo del suo comunicare
insomma grazie, da quando ho scoperto per caso il tuo blog mi sto deliziando …
Grazie troppi complimenti, tu mi stai deliziando e stai solleticando il mio ego 😉 cmq grazie sul serio, insomma in quello che scrivo ci metto studio e passione e la mia più grande soddisfazione è quella di riuscire trasmettere qualche spunto a chi legge.
Il mio scopo è quello di diffondere un certo interesse per l’arte e la cultura in generale perchè, anche l’arte, non può prescindere dal contesto che l’ha prodotta. 😀
Spero tu possa trovare altri argomenti interessanti e grazie ancora.
P.s. cmq il concetto della visione della realtà mediata dalla nostra conoscenza ed esperienza è in effetti passibile di altri approfondimenti …. magari ci penserò 😉
grazie, troverò sicuramente tanto altro, ne sono certa!
buon lavoro
anna
Grazie a te 😉
Il ritratto di Dorian Gray
La sua letteraria esemplificazione 😉
Il quadro di Magritte. La condizione umana. E la nostra condizione intrappolata dentro la struttura caratteriale della corazza somatica. Cio che siamo non è ciò che pensiamo o crediamo di essere, ma cio che siamo è ciò che non pensiamo e crediamo di non essere. Noi siamo ciò che guardiamo ma la corazza ci impedisce di vedere e sentire ciò che in realtà siamo. Oggettivo e soggettivo solo uguali ma il soggettivo non ricorda di essere l’oggettivo. Magritte non so se era consapevole di ciò, ma il suo fondale infinito gli ha trasmesso l’immagine per ricordare a se stesso la sua vera identità al di là della sua identità psichica relativa che ha dipinto la sua vera identità infinita informale ma che si è costruita nel tempo miliardi di forme di tentativi per rendersi consapevole di sè nella forma che si è data. Non siamo ancora a questo poichè l’essere umano non ricorda ancora di essere l’energia che abbiamo chiamato Dio.
può fare l’analisi del dipinto “the victory” sempre di magritte
potresti farmi un analisi dell’ opera ” Decalcomania”. l.’ artista è sempre Magritte. grazie mi serve per gli esami di maturità. rispondimi al più presto
Grazie mille
Un articolo davvero molto interessante e ben fatto. Semplice e facile da capire, complimenti.
Grazie. Sono contenta, non solo perché mi stai facendo un complimento (cosa che non fa mai male), ma soprattutto per la consapevolezza di aver centrato il mio obiettivo, che è quello di diffondere il gusto e l’amore per l’arte. Grazie.