“LA BELLA CIOCCCOLATAIA” DI JEAN-ÉTIENNE LIOTARD RAPPRESENTA L’IMMAGINE SIMBOLO DI UNA MODA CHE ANDAVA DIFFONDENDOSI TRA GLI ARISTOCRATICI EUROPEI DURANTE IL SETTECENTO: IL RITO DELLA CIOCCOLATA.
“Il più bel pastello mai visto” ebbe a definirlo Rosalba Carriera, una che di pastelli se ne intendeva. E in effetti la giovane domestica, tutta intenta nel suo servizio, è diventata l’icona del museo che la accoglie, la “Gemäldegalerie Alte Meister” di Dresda, nonché il marchio di fabbrica di una nota ditta di cioccolato americana.
IL CIOCCOLATO, UNA BEVANDA ESOTICA
Goloso piacere, riservato ai più ricchi, la cioccolata giunse in Europa nel 1528, quando lo spagnolo Hernàn Cortés portò in dono a Carlo V alcuni semi di cacao provenienti dal Messico. Dalla Spagna, tramite Anna d’Austria figlia di Filippo II d’Asburgo, l’esotica bevanda arrivò in Francia diffondendosi poi in Italia, Inghilterra, Olanda, Germania e Svizzera. Il successo fu immediato: perfino i rigidi dettami della Controriforma accettarono la dolce miscela, ritenuta idonea a non rompere il digiuno e quindi adatta per il periodo della quaresima.

Ma fu il Settecento a sancire il trionfo della cioccolata. La colazione, uno dei pasti principale dell’epoca romana, era scomparsa durante il Medioevo ed il Rinascimento, per ritornare nel Settecento come rituale signorile: e fu così che la cioccolata incontrò i gusti dell’aristocrazia, divenendo la bibita preferita anche per le sue riconosciute proprietà afrodiasiache. Maria Teresa d’Asburgo, moglie di re Luigi XIV, ne andava pazza, Cosimo I de’ Medici ne amava la versione aromatizzata al gelsomino, Luigi XV aveva crato una ricetta tutta sua e Madame du Barry, la sua favorita, la offriva ai suoi amanti per “caricarli” al punto giusto.
LA BELLA CIOCCOLATAIA DI JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (1744)
Jean-Étienne Liotard, pittore svizzero assai conteso dalla nobiltà europea del tempo, nel 1774 realizzò “La bella cioccolataia“, un’opera che immortala un momento di vita quotidiana presso la corte di Maria Teresa d’Austria.

Seria ed impeccabile, lo sguardo concentrato davanti a sé, una giovane cameriera cammina tutta impettita attenta a non rovesciare nemmeno una goccia della preziosa bevanda. Per servirla vengono usate le stoviglie più lussuose: il vassoio di lacca, preziosa chinoiserie d’importazione, la tazza a campana di porcellana di Meissen, la trembleuse d’argento per impedirne il rovesciamento e il bicchiere d’acqua per la corretta degustazione.

La composizione è essenziale e inquadra la cameriera nell’atto di portare la cioccolata a un destinatario che non vediamo. Non c’è nulla di superfluo, ma il fotogramma di un’azione il cui “prima” e “poi” ci è dato solo immaginare. Ecco che allora la nostra fantasia può immergersi nell’atmosfera del tempo, ricreando l’ambiente raffinato della scena: un salotto tapezzato di seta, con quadri dalle cornici dorate alle pareti, mobili intarsiati e un tavolo finemente aparecchiato in attesa della colazione. Un elegante brano di vita domestica dalla prospettiva di chi serve le classi più agiate: una visione rovesciata dove gli umili sono i protagonisti.

Tenuta in poco conto da Liotard che la definiva con sprezzo il “ritratto di cameriera o camerista”, “La bella cioccolataia” riscosse un enorme successo, tanto che il filosofo e scrittore veneziano Francesco Algarotti non badò a spese pur di accaparrarsela per Federico Augusto III, re di Polonia e Principe Elettore di Sassonia. Da Vienna dunque la graziosa cioccolataia giunse a Dresda, andando a prendere dimora in quella che sarà la sua residenza definitiva, l’attuale “Gemäldegalerie Alte Meister”.
LA BELLA CIOCCOLATAIA NELLA CULTURA POPOLARE
Verso la fine dell’Ottocento un americano si aggirava tra le stanze del Palazzo dello Zwinger di Dresda (quello che diverrà la sede della Gemäldegalerie Alte Meister) e venne folgorato dal pastello di Liotard.
Quell’uomo era Henry L. Pierce, alla guida di “The Baker Chocolate Company”, la più antica e potente azienda americana del cacao, e la nostra cioccolataia stava per diventarne il marchio di fabbrica. Nel 1883 la Baker acquistò i diritti per l’uso dell’immagine: la giovane, riprodotta in innumerevoli scatole di latta, entrò nelle case ad accompagnare la prima colazione di una generazione di americani. Venne adirittura creato per lei un inserto nel libro di ricette della Baker, affibbiandole una storia romantica che potesse appassionare le casalinghe.

Dalla corte di Vienna alle tavole americane, la giovane servetta ne ha fatta di strada, ma sempre mantenendo il suo fascino discreto e garbato e sapendo rinnovarsi nel tempo, fino a trasformarsi in una vera e propria icona pop. Il segreto del suo successo risiede proprio in quel rigore da damina d’altri tempi, ma di tutti i tempi, ancora capace di stregarci con la malia di un’incantesimo che odora di cioccolato.
Visita il sito della “Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda”, dove è conservata “La bella cioccolataia”, al seguente link: