TRE STUDI PER FIGURE ALLA BASE DI UNA CROCIFISSIONE È L’OPERA CHE HA RIVELATO LA GRANDEZZA DI FRANCIS BACON COME PITTORE. UN GRIDO STRAZIANTE CHE RIVELA TUTTO IL DRAMMA DELL’UMANA ESISTENZA.
“Un colore per il secolo? Si può guardare il secolo con tanti colori: un colore scuro, il colore del sangue.” (Francis Bacon)
LA TATE BRITAIN DI LONDRA
Nativo di Dublino, è a Londra, dove si stabilì dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, che Francis Bacon maturò come artista, lasciandovi tracce preziose del suo lavoro. Presso la Tate Modern e la Tate Britain sono infatti custoditi i dipinti più emblematici di tutta la sua produzione.
Oggi è possibile ammirare Tre studi per figure alla base di una Crocifissione nelle sale della Tate Britain, fondata nel 1897 con il nome di National Gallery of British Art. Un edificio in stile neoclassico, progettato da Sidney R. J. Smith, ospita una delle più importanti collezioni d’arte britannica del mondo: da William Blake ai Preraffaelliti, da William Turner a John Constable, da William Hogarth a Joshua Reynolds, fino ad arrivare agli artisti del dopoguerra quali Henry Moore, Lucien Freud, Graham Sutherland ed il nostro Francis Bacon.

Con la sua atmosfera rétro, calda e seducente, la Tate Britain si presenta come un immenso salotto vittoriano, dove le tele esposte si possono gustare come un plateau di pasticcini assortiti: il gusto raffinato di Dante Gabriel Rossetti e della sua confraternita, la dolcezza vellutata di Turner e degli altri paesaggisti, si alternano all’aspra acidità di Edward Burra e alla ruvida sgradevolezza di Francis Bacon.
Una raccolta preziosa, che consente di fare un viaggio nelle più diverse e variegate espressioni dell’umano sentire.
“Il museo è uno dei luoghi che danno l’idea più elevata dell’uomo.” (André Malraux)
FRANCIS BACON, TRE STUDI PER FIGURE ALLA BASE DI UNA CROCIFISSIONE
Passeggiando tra le meraviglie della Tate Britain, si giunge in una sala dove si può ammirare l’opera che sancì l’ingresso di Francis Bacon nella storia dell’arte: Tre studi per figure alla base di una Crocifissione, eseguita nel 1944.
Su di una parete bianca spicca lo sfondo arancio della tela, dove si stagliano tre creature sfigurate dal dolore: quella di centro ha gli occhi bendati, accecata dall’esperienza vissuta; quella di destra ha la bocca dilatata in un urlo disumano; quella di sinistra è ripiegata su sé stessa ed avvolta da un mantello, ad evocare l’immagine della Maddalena. Sono figure dall’anatomia ambigua, per metà umana e per metà animale, dalle fisionomie sgradevoli e disgustose.
Sebbene non sia rappresentata alcuna azione violenta, tutta l’opera è pervasa da un senso di tragicità per un fatto accaduto in un tempo impreciso ed indeterminato. Le ragioni effettive di questa tragedia non le conosciamo, ma si collocano nei recessi più profondi dell’inconscio.
“Per me il mistero del dipingere oggi è il modo in cui rendere l’apparenza. So che può essere illustrata, so che può essere fotografata. Ma come può essere resa in modo da catturare il suo mistero dentro al mistero della sua fattura?” (Francis Bacon)

Un soggetto classico, altamente religioso, come quello della Crocifissione, viene impiegato da Bacon come strumento per una riflessione più ampia sulla condizione dell’uomo. Smarrite e prive di qualsiasi appiglio esistenziale, queste tra figure urlano tutto l’orrore di un’esperienza umana dolorosa ed aberrante.
È la messa in scena del dramma dell’esistenza nella sua dimensione più tragica.
“Bacon, ultimo erede del sublime, sublima ma non idealizza: perciò il sublime non è, per lui, il super, ma il sub-umano, non il sacro o il divino ma il demoniaco. Da tutta la sua opera risulta che lui non crede all’elezione o alla salvezza, ma alla degradazione o alla caduta dell’umanità: dunque anche la pittura non è un processo elettivo, ma degradante. Come tale è demistificazione, brutale scoperta della verità sotto la finzione.” (Giulio Carlo Argan)