CON I SUOI SCATTI HELMUT NEWTON HA IMMORTALATO I VOLTI NOTI DELLA POLITICA E DELLA MODA, MA È FAMOSO SOPRATTUTTO PER I SUOI NUDI FEMMINILI, COSÌ EROTICAMENTE SEDUCENTI E FATALMENTE SENSUALI.
“Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia.” (Helmut Newton)
HELMUT NEWTON, LE ORIGINI
Helmut Neustädter, più comunemente noto come Helmut Newton, nacque a Berlino il 31 ottobre 1920 da una ricca famiglia di origini ebree.
Fin da giovane si appassionò alla fotografia, approfondendo la tecnica con Yva, una delle prime fotografe di moda.
Nel 1938, costretto ad abbandonare la Germania a causa della persecuzione nazista, si rifugiò prima a Singapore, e poi in Australia, dove conobbe June Brown, conosciuta come fotografa con lo pseudonimo di Alice Springs, che divenne sua grande ed intima amica.
Helmut e June si sposarono il 13 maggio 1948 e successivamente si trasferirono a Parigi, la città che consacrò definitivamente Helmut Newton come il più grande fotografo di moda della seconda metà del Novecento.
“Odio il buon gusto. È la cosa peggiore che possa capitare a una persona creativa.” (Helmut Newton)
HELMUT NEWTON, FOTOGRAFO DI MODA
Helmut Newton dedicò la sua intera esistenza ad osservare, memorizzare e riprodurre le sue visioni attraverso le immagini.
Amava definirsi un “mercenario della fotografia”, un uomo disposto a cedere il proprio talento al miglior offerente. Ma anche se raggiunse il successo attraverso la fotografia commerciale, Newton non fu mai un fotografo meramente commerciale, riuscendo sempre a dare un taglio del tutto personale al suo lavoro.
“Nelle mie foto non c’è emozione. È tutto molto freddo, volutamente freddo.” (Helmut Newton)
Con le sue foto, provocanti e trasgressive, Newton aprì una crepa nella realtà patinata della moda, denunciando tutta la superficialità del fashion system.
Le sue modelle giocano sulla scena come soggetti dominanti, più che come soggetti rappresentati. Sono donne sicure di loro stesse e della propria femminilità, seducenti e consapevoli del loro grande potere sessuale.
Molto attento alla costruzione scenica, Newton studiava tutto nei minimi dettagli: dalle architetture ai paesaggi urbani, dagli oggetti ai componenti d’arredo, nulla era lasciato al caso, ma il frutto di una scelta precisa e calcolata.
“Investo molto tempo nella preparazione. Penso a lungo a ciò che voglio realizzare. Ho libri e piccoli quaderni in cui scrivo tutto prima di una seduta fotografica. Altrimenti dimenticherei le mie idee.” (Helmut Newton)
Il suo lavoro come fotografo di moda si attirò numerose critiche. Da molti venne accusato di eccessivo maschilismo per quel suo modo di esibire il corpo della donna, con pose ed atteggiamenti esplicitamente erotici, spesso ai limiti del fetish. In verità nell’opera di Newton è la donna la vera protagonista, l’elemento dominante rispetto ad un maschio inerme, del tutto marginale, completamente sottomesso alla sua fascinazione.
“Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione.” (Helmut Newton)
HELMUT NEWTON, L’OPERA FOTOGRAFICA
Accanto alle foto di moda, esistono numerose raccolte che consacrarono Newton come uno dei più grandi interpreti della bellezza femminile.
Nel 1976 uscì la sua prima pubblicazione “White Women”, un volume monografico dove l’erotismo si fonde con l’estetica del glamour, evidenziando la trasformazione della donna nella società.
Con “Sleepless Night”, dato alle stampe nel 1978, si definì l’inconfondibile stile Newton, fatto di immagini trasgressive e provocatorie, ma al tempo stesso impeccabili dal punto di vista tecnico, eleganti ed armoniose, lontane da ogni forma di volgarità. Le modelle, fotografate in strada o sullo sfondo di grandi alberghi e lussuose ville, diventano le protagoniste di storie enigmatiche e misteriose.
In “Big Nudes”, edito nel 1981, compaiono le sue celebri gigantografie di nudi a figura intera, ripresi in studio con una macchina di medio formato. In questo caso la sua esperienza come fotografo di moda si rivelò essenziale per realizzare un’opera dove l’eros si accoppia con la morte, in un’ambigua e precaria visione della realtà delle cose.
“Sono come tante altre persone, mi siedo sulla spiaggia o sulla terrazza di un caffè, guardo la gente – soprattutto le donne – e mi invento delle storie. È un buon modo per passare una mezz’ora.” (Helmut Newton)
Oltre alle foto di moda e ai numerosi scatti dedicati alla bellezza muliebre, vi è un universo meno noto dell’opera di Newton, più intimo ma non meno sorprendente.
Prodotto accessorio dei suoi numerosi viaggi, queste foto rivelano tutta la curiosità del fotografo nei confronti di tutto ciò che lo circondava. Interni, paesaggi naturali, scenari urbani, marine e dettagli di ogni genere. Un aspetto poco conosciuto poiché, come amava ripetere, “le mie fotografie di fiori non interessano a nessuno.”
Helmut Newton, passato alla storia come l’esploratore più accurato del nudo femminile, è stato in realtà un fotografo molto più completo, dimostrando una grande attenzione a qualsiasi aspetto della storia. Egli non amava fare della analisi sulla sua opera, tutto quello che aveva da dire lo diceva attraverso le sue immagini.
“Spesso mi capita di soffrire d’insonnia. Forse ho visto troppe immagini in vita mia per poter dormire tranquillo.” (Helmut Newton)
HELMUT NEWTON, L’EPILOGO
Come tutte le sue fotografie, anche la morte di Helmut Newton è una storia che pare costruita per dare lustro al suo mito.
La mattina del 23 gennaio 2004, all’età di ottantatré anni, Helmut Newton alla guida della sua Cadillac si schiantò contro un muro nei pressi dell’Hotel Chateau Marmont, sul Sunset Boulevard di Los Angeles. Non fu mai chiarito se l’incidente fosse stato causato da un malore.
Le sue spoglie riposano a Berlino, nell’area ebraica del Cimitero di Friedenau, e la sua tomba è collocata a poca distanza da quella di Marlene Dietrich, altra grande icona della seconda metà del Novecento.
“Le foto che scelgo quando i provini tornano dal laboratorio non sono quelle che sceglierei un anno dopo. È un fenomeno interessante – e una prova del fatto che non bisogna buttare niente. Tutto cambia, le nostre idee sulle cose cambiano.” (Helmut Newton)