L’ALBA DEL NOVECENTO VIDE L’AFFERMARSI DI NUMEROSI MOVIMENTI ACCOMUNATI DALLA VOLONTÀ DI ROMPERE CON LA TRADIZIONE ACCADEMICA: UNA VENTATA D’ARIA FRESCA SOFFIAVA NEL MONDO DELL’ARTE.

L’arte degna di questo nome, non rende il visibile: ma dissuggella gli occhi sull’invisibile. Nella sua essenza il disegno induce facilmente e legittimamente all’astratto. Il carattere fantastico, mitico, quello che gli occhi dell’immaginazione discernono, allora si rivela; e si manifesta con grande precisione.” (Paul Klee, “Confessioni sulla creatività”, 1920)

 

ASTRATTISMO, SIGNIFICATO DEL TERMINE

 

Che cosa significa Astrattismo?

Il termine è, ed è stato molto discusso, ma si è giunti ad accettare la definizione per la quale con Astrattismo, indichiamo tutte le manifestazioni artistiche che non rientrano nel campo figurativo e descrittivo, attestandosi sulla soglia del “non reale”.

 

Paul Klee, Ad Parnassum, 1932
Paul Klee, Ad Parnassum, 1932

 

Il termine nacque tra la fine Ottocento ed gli inizi del Novecento nel clima di fervente rinnovamento della scena artistica internazionale: Neoimpressionismo, Simbolismo, Nabis, Espressionismo, Fauves, Futurismo, furono tutti movimenti, gruppi e tendenze, che si succedettero senza sosta, con la medesima volontà di trovare un linguaggio più consono ai tempi moderni.

 

CHI INVENTÒ L’ASTRATTISMO?

 

Non è semplice indicare quale fu il primo pittore propriamente astratto. Forse, come sostenevano i teorici della visione Riegl e Worringer, i primi astrattisti furono gli uomini delle caverne con i loro graffiti murali.

Nell’arte non si tratta di elementi formali, ma di una aspirazione interiore, che determina in modo imperioso la forma.” (Vasilij Kandinskij)

 

Vasilij Kandinskij, Primo acquerello astratto, 1910
Vasilij Kandinskij, Primo acquerello astratto, 1910

 

Guardando all’arte del Novecento, la prima opera astratta si deve a Vasilij Kandinskij che, nel 1910, elaborò il suo famoso “Primo acquerello astratto”. La sua genesi fu del tutto casuale. Un giorno del 1908 il pittore, spalancando la porta del suo studio di Monaco, vide un quadro dalla “bellezza indescrivibile, incandescente”. Ciò che lo affascinò fu la non identificazione del soggetto e la forza sprigionata dalle macchie di colore, disposte con una certa armonia. Avvicinandosi alla tela si accorse, con suo grande stupore, che era un suo dipinto disposto di traverso sul cavalletto.
Kandinskij si convinse così che la descrizione degli oggetti nuoceva al suo lavoro e giunse a teorizzare il suo personale concetto di astrattismo.

 

DER BLAUE REITER

 

Nel 1911 venne inaugurata a Monaco la prima mostra del gruppo Der Blaue Reiter che annoverava, oltre a Vasilij Kandinskij e Franz Marc, i due padri fondatori, nomi del calibro di Paul Klee, August Macke, Alfred Kubin e Alexei Jawelenskij.
Questi artisti si erano riuniti sotto un comune vessillo: la considerazione dell’arte come espressione di contenuti interiori in un rapporto non mediato con lo spirito della natura. Da qui anche la considerazione dell’affinità tra musica e arti visive, e l’interesse per quei momenti ingenui dell’arte, rappresentati dalla produzione dei popoli primitivi, dei bambini e delle tradizioni popolari. Kandinskij ne divenne fin da subito l’anima fecondatrice e ne influenzò profondamente il carattere teso ad un simbolismo dai toni misticheggianti.

 

Vasilij Kandinskij, Il cavaliere azzurro, 1903
Vasilij Kandinskij, Il cavaliere azzurro, 1903

Il movimento prendeva il nome da un’opera di Kandinskij del 1903 “Il cavaliere azzurro” (“Der Blaue Reiter” in tedesco): un cavaliere dal mantello azzurro attraversa, su un cavallo bianco, un prato variopinto. Il cavaliere, eterno simbolo della forza tra bene e male, si carica di un ulteriore valenza: il trionfo dell’età dello spirito sul materialismo che nega l’esistenza di una realtà diversa da quella che noi vediamo con i nostri occhi.

Il cavallo trascina l’artista con forza e velocità, ma il cavaliere guida il cavallo. Il talento trascina l’artista, ma l’artista conduce il suo talento.” (Vasilij Kandinskij)

 

ALTRE TENDENZE DELL’ASTRATTISMO

 

Quasi in contemporanea alla scoperta dell’astrattismo da parte di Kandinskij sorsero in Russia il Raggismo, il Suprematismo ed il Costruttivismo, in Olanda il Neoplasticismo, in Francia l’Orfismo e in Italia un filone astratto che si manifestò tra il 1909 ed il 1960. Queste tendenze sono esemplificative dei due modelli di Astrattismo che si erano venuti a creare: quello sorto in Germania dai toni lirici e spiritualistici alla maniera di Kandinskij, e quello geometrico e razionalista, che faceva a capo a Malevič in Russia e a Mondrian in Olanda.
Pur con le dovute peculiarità e differenze, l’Astrattismo si impose come il punto di svolta da un’arte mimetica ad un’arte non oggettiva, affermando un ruolo autonomo all’arte e negando che essa si potesse giustificare nella mera imitazione della superficie visibile delle cose.

 

Piet Mondrian, Composizione con giallo, blu e rosso, 1937-1939
Piet Mondrian, Composizione con giallo, blu e rosso, 1937-1939

 

Noi non sappiamo quanto affluisca a noi dal regno elementare della natura, quanto dalla profondità avanzi attraverso di noi e voglia manifestarsi in figura. Questo è ciò che dobbiamo trovare.” (Paul Klee, “Costruzione lineare astratta”, 1913)