LA CONFRATERNITA DEI PRERAFFAELLITI SI PROPONEVA DI RITORNARE ALLE ORIGINI DELLA PITTURA, RIVENDICANDONE I PRINCIPI DI SEMPLICITÀ E VERITÀ CHE ERANO STATI STRAVOLTI DALL’ARTE ACCADEMICA.
“Andare verso la natura con onestà di cuore, non rifiutando niente, non scegliendo niente, non disprezzando niente, credendo a tutte le cose buone e giuste ed esultando sempre nella verità.” (John Ruskin)
I PRERAFFAELLITI, ORIGINI E POETICA
Nel 1848, a Londra, tre studenti dell Royal Accademy strinsero un patto rivoluzionario: apponendosi agli insegnamenti accademici che trovavano corrotti e non sinceri, intesero riacquistare il senso etico dei pittori antichi.
Si battezzarono Preraffelliti in quanto vedevano in Raffaello, modello insuperabile della tradizione, il punto di non ritorno di una pittura artificiosa e virtuosa.
I protagonisti di questo sodalizio furono Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hut e John Everett Millais, a cui si aggiunse un artista della generazione precedente, Ford Madox Brown.
Le idee estetiche di John Ruskin, espresse nei primi due volumi di “The modern painters” (1843 e 1846), furono fondamentali per lo sviluppo della poetica dei Preraffaelliti: guardare alla natura con sguardo limpido e lasciarsi guidare da essa, questi erano i principi ai quali attenersi.

La necessità di tornare all’antica onestà, li portò così a schierarsi a favore del “primitivismo” ossia di un’arte libera da schemi convenzionali: attraverso il colore puro, l’importanza della linea di contorno e la ricerca di uno spazio simbolico, i Preraffelliti trovarono nel Medioevo gli strumenti adatti a un rinnovamento di linguaggi e di contenuti.
Pur inclini a trattare soggetti poetici, storici o religiosi, i Preraffaelliti non si estraniarono dalla realtà contemporanea, interessati com’erano ai problemi sociali e scientifici: attratti e nello stesso tempo respinti dal progresso tecnico, essi si muoveranno sempre tra i due poli di naturalismo e primitivismo.

In un secondo momento il gruppo vide unirsi anche altre personalità: lo scultore Thomas Woolner, il pittore James Collinson ed i letterati Frederick George Stephens e William Michael Rossetti, fratello del pittore Dante Gabriel.
I confratelli costituirono un’associazione chiusa, una sorta di setta per ispirati, cadenzata da regole e da incontri segreti, con la precisa intenzione di uniformare le loro esistenze secondo un’etica comune espressa attraverso l’arte; la rappresentazione fedele della realtà divenne così non solo un valore estetico, ma, soprattutto, un mezzo di rinnovamento morale.
I PRERAFFAELLITI, I SOGGETTI
Fin dall’inizio degli anni Cinquanta, all’interno del gruppo preraffaellita, si evidenziarono contrastanti tendenze che, negli anni successivi, diedero vita a due indirizzi contrapposti: da un lato i cultori ossessivi della verità di natura cappeggiati da Holman Hunt, e dall’altro i seguaci di Rossetti, sempre di più assorbito nel suo mondo esclusivo di compiuta bellezza.
Non possiamo dunque parlare di un movimento, ma di un’aggregazione di artisti che, in un determinato luogo e in determinato momento, si riunirono con un intento comune: un universo composito e disomogeneo dove, pian piano, emergeranno fratture e tensioni dovute alle peculiarità caratteriali ed espressive dei singoli membri.

Una delle caratteristiche preminenti del composito universo preraffaellita è la matrice fortemente poetica, secondo un antico precetto ut pictura poësis: Keats, Shelley, Browning, Tennyson, ma anche Dante, Caucher e Shakespeare, fornirono un materiale prezioso per suggestive interpretazioni figurative.
Altri temi prediletti erano quelli religiosi, soprattutto soggetti biblici, l’attualità adombrata nella storia o l’attualità ricoperta di una patina antica e i ritratti femminili che inaugurarono una tipologia di bellezza muliebre ben definita.
I PRERAFFAELLITI, L’ARTE PER L’ARTE
Già a partire dagli anni Sessanta il gruppo andava disgregandosi, perdendo quel senso etico e morale che l’aveva connaturato nei suoi albori: l’aspirazione estetizzante all’arte per l’arte, il culto della bellezza fine a se stessa, il ritorno al classicismo nutrito di fervore romantico, diventeranno predominanti.
Abbandonata oramai la speranza di trovare un linguaggio in grado di rappresentare la vita, il movimento preraffaellita si rifugerà in un sogno bellissimo, ma irrimediabilmente lontano dalla realtà delle cose.

“Così l’intera Tavola Rotonda si è dissolta”, ebbe a dire Rossetti, “siamo emersi da insulti avventati ad una posizione di riconoscimento generale”: la Confraternita aveva assolto i suoi compiti, la strada per la personale affermazione di ciascun affiliato si era aperta.
I PRERAFFAELLITI, I PROTAGONISTI
DANTE GABRIEL ROSSETTI (Londra, 12 maggio 1828 – Birchington-on-Sea, 10 aprile 1882)
EDWARD BURNE-JONES (Birmingham, 28 agoesto 1833 – Londra, 17 giugno 1898)
JOHN EVERETT MILLAIS (Southampton, 8 giugno 1829 – Londra, 13 agosto 1896)
WILLIAM HOLMAN HUNT (Londra, 2 aprile 1827 – Londra, 7 settembre 1910)
FORD MADOX BROWN (Calais, 16 aprile 1821 – Londra, 6 ottobre 1893)
THOMAS WOOLNER (Hadleigh, 17 dicembre 1825 – Londra, 7 ottobre 1892)
JAMES COLLINSON (Mansfield, 9 maggio 1825 – Camberwell, 24 gennaio 1881)
I PRERAFFAELLITI, I SEGUACI
ARTHUR HUGHES (Londra, 27 gennaio 1832 – Londra, 23 dicembre, 1915)
WILLIAM DYCE (Aberdeen, 19 settembre 1806 – Londra, 14 febbraio 1864)
HENRY WALLIS (Londra, 21 febbraio 1830 – Londra, 20 dicembre, 1916)
JOHN BRETT (Reigate, 8 dicembre 1831 – Londra, 7 gennaio 1902)