SIMBOLO ANTICHISSIMO, NUTRIMENTO MATERIALE E SPIRITUALE, L’UOVO HA GUADAGNATO UN POSTO DI PRIMO PIANO ANCHE NELLA STORIA DELL’ARTE.
La sua forma perfetta, bianca e levigata, rappresenta il seme primordiale, il principio da cui tutto ha avuto inizio, da qui il suo uso iconografico in tutte le epoche e in tutte le culture.
LA SIMBOLOGIA DELL’UOVO
L’archetipo dell’ovale è presente in numerose civiltà lontane fra di loro sia nel tempo che nello spazio.
Nella sua simbologia più immediata l’uovo rappresenta la vita in formazione, il nucleo indifferenziato da cui si genera la molteplicità degli esseri. La maggior parte dei miti cosmogonici descrive l’universo sotto forma di un uovo o come il prodotto di un uovo.

Nel mito orfico, ad esempio, la Notte, alata e nera, corteggiata dal Vento, diede alla luce un uovo d’argento da cui ebbe origine Fanete, la creatura che mise in moto l’Universo. Nel suo senso macrocosmico l’uovo è dunque l’utero, la matrice, mentre nel suo significato microcosmico esso ha una valenza mistico-alchemica come recipiente in cui si svolge la cova dell’Opera, ossia dove la materia viene trasmutata.
In entrambe le visioni l’uovo rappresenta la vita nella sua fase di gestazione e la conoscenza nella sua forma più completa: l’uno a cui aspira il molteplice e da cui il molteplice trae origine.
Di forma perfetta, di colore bianco , l’uovo possiede caratteristiche all’apparenza in contrasto fra di loro: il suo guscio protegge la vita ma è talmente fragile da imporre ritegno e una sorta di devoto rispetto.
L’UOVO E IL MITO DI LEDA
L’arte ha utilizzato spesso l’uovo nelle sue rappresentazioni: uova rotte, intere, di vari colori e materiali che, di volta in volta, raccontano storie diverse caricandosi di valenze particolari.
Un posto di primo piano, nell’ambito figurativo, lo occupa sicuramente il mito di Leda: in una delle sue usuali scorribande amorose, Zeus si trasformò in cigno e si unì a Leda che depose due uova. Dal primo uovo nacquero i Dioscuri, Castore e Polluce, che incarnano la Concordia, mentre dall’altro nacquero Elena e Clitemnestra, che rappresentano l’esatto contrario, ossia la Discordia.

Nella “Pala di Brera” (1472) di Piero della Francesca, l’uovo di struzzo che campeggia nello sfondo sulla semicupola a forma di conchiglia ricorda l’uovo che veniva venerato nel tempio di Sparta, assimilato a quello partorito da Leda.
Uovo come simbolo di nascita e rinascita, ma anche un richiamo alla verginità di Maria fecondata dai raggi divini dello Spirito Santo in forma di colomba allo stesso modo in cui Zeus, sotto le spoglie di cigno, si congiunse a Leda.
L’UOVO IN SALVADOR DALI’
Nella “Leda Atomica” del 1949 e nella “Madonna di Port Lligat “del 1950, Salvador Dalí ci offre una versione surrealista del simbolismo dell’uovo. Un elemento che ritroveremo un po’ in tutta l’opera del maestro catalano, dalle “Uova al tegame senza tegame” (1932), dove l’accento è posto sulla parte interna dell’uovo, ossia la materia informe, che qui assume una valenza esplicitamente sessuale, a “La metamorfosi di Narciso “(1937), dove Narciso si trasforma in una mano pietrificata che stringe un uovo da cui germoglia un fiore.

Una trasposizione del noto mito dove l’uovo rappresenta l’embrione da cui si genera la nuova forma di Narciso: una suggestiva trasformazione paranoica da uomo a fiore.
Dalí coltivava una devozione al limite dell’ossessione per questa forma primigenia: nella sua Casa Museo di Figueras il visitatore è accolto da due grandi uova che troneggiano sull’edificio, immagini iconiche della sua estetica “del morbido e del duro” portata al limite della nevrosi.
L’UOVO IN HIERONYMUS BOSCH
In alcuni casi l’uovo può assumere valenze più malefiche e demoniache come nell’opera di Hieronymus Bosch.
Gusci rotti, vuoti, trafitti o bucati da cui fuoriescono gambe umane, numerosi sono i richiami all’uovo che nel fiammingo vengono declinati con significati di volta in volta diversi e particolari.
Quello levato in alto da un homunculus posato sul piatto di una negra durante un rito blasfemo, nel “Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio” (1501), ha espliciti significati negativi: il maligno che cerca di avvolgere e confondere la figura del santo.

Molto più spesso, anche in Bosch, l’uovo mantiene il suo tradizionale significato generativo legandosi a significati esoterici, sottili richiami allusivi agli occhi degli iniziati.
Nel “Trittico del Giardino delle Delizie” (1480-1490) l’uovo è un elemento costante e ricorrente: esso appare nei pannelli del Trittico chiuso come immagine della Creazione e, come una sorta di trait d’union, è onnipresente in tutti i tre pannelli del Polittico aperto.
Nel pannello centrale, “Il Giardino delle Delizie”, il motivo dell’uovo rotto non è principio di vita, bensì di riassorbimento: esseri umani nudi si sforzano di rientrare nel guscio spezzato ritornando, così, ad una sorta di dimensione prenatale, un’auspicata condizione di pace e di armonia contro i disordini della realtà.
Nell’ “Inferno musicale” emerge al centro un grosso guscio scoperchiato che contiene al suo interno una bettola: un uovo albero dalle evidenti allusioni alchemiche che potrebbe riferirsi a nascite mostruose: l’uovo rotto è generalmente allegoria della magia nera e del diavolo.

In Bosch, tuttavia, i simboli non sono mai univoci ed esaustivi, non ricollegandosi ad una precisa tradizione: il suo immaginario è talmente particolare e particolareggiato che pare riduttivo cercare di ricondurlo ad un’interpretazione predeterminata.
Quello che interessa notare è l’ampio uso fatto dall’artista di questo simbolo tanto che gli dedicò un’intera opera pittorica: “Il concerto nell’uovo”. L’originale è andata perduta, ma possiamo avere un’idea del quadro attraverso una copia del XVI secolo di un anonimo autore di Lille.
Il soggetto è un tributo alla Creazione: la prima creazione, secondo la tradizione vedica, è sonora, un vero e proprio concerto uscente dall’uovo che racchiude la totalità degli esseri.

Dagli antichi miti pagani, passando per la tradizione cristiana, fino al Rinascimento e alle visioni più moderne , l’uovo si è contraddistinto per la sua potente carica metaforica alla quale, ancora oggi, molti popoli, usi e tradizioni ricorrono con frequenza: uovo come principio della vita, mistero che racchiude la potenzialità indistinta degli esseri viventi.