FRANCIS BACON FU TRA I PIÙ GRANDI INTERPRETI DELLA CONDIZIONE UMANA NELLA SUA SPIETATA NUDITÀ. SENZA ARTIFICI E SENZA ALCUN ABBELLIMENTO, EGLI È RIUSCITO A PENETRARE NEI RECESSI DELLA VIOLENZA E DELLA DISPERAZIONE.

Ho sempre aspirato a esprimermi nel modo più diretto e più crudo possibile, e forse, se una cosa viene trasmessa direttamente, la gente la trova orripilante. Perché, se dici qualcosa in modo molto diretto a una persona, questa a volte si offende, anche se quello che hai detto è un fatto. Perché la gente tende a essere offesa dai fatti, o da quella che una volta veniva chiamata verità.” (Francis Bacon)

 

FRANCIS BACON, LE ORIGINI

 

Francis Bacon nacque a Dublino il 28 ottobre 1909 da Anthony Edward Mortimer Bacon e Christina Winifred Loxley Firth. Entrambi i genitori provenivano da famiglie piuttosto facoltose, probabilmente il padre aveva anche un legame di parentela con il filosofo Francis Bacon.
Il giovane crebbe tra gli agi di Connycourt House, nella contea di Kildare, una grande casa di diciotto stanze e provvista di scuderie che ospitava, oltre ai Bacon, cinque domestici e una ventina di altre persone fra stallieri e lavoratori vari.

La sua adolescenza, giovinezza e maturità trascorsero in un clima di forte repressione sessuale, contribuendo a radicare in lui la consapevolezza della sua diversità. La sua omosessualità, deplorata sia nell’ambito familiare che nella società in cui viveva, indussero l’artista ad oscillare tra l’emarginazione che subiva costantemente e l’orgoglio che ostentava con disinvoltura.

Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale la famiglia Bacon si trasferì a Londra, città che gli diede modo di entrare in contatto con gli ambienti artistici e culturali più diversi e variegati. Bacon non frequentò alcuna scuola d’arte, né ebbe dei maestri riconosciuti, eccetto la sua vocazione di spaziare e assimilare l’intera storia dell’arte, producendo un’opera del tutto nuova ed originale.

Non penso di avere talento. Penso solo di essere ricettivo.” (Francis Bacon)

 

Francis Bacon, Autoritratto, 1970
Francis Bacon, Autoritratto, 1970

 

Nel 1927 intraprese un viaggio che lo portò a vivere per circa due anni tra Berlino e Parigi, due capitali che infusero nuova linfa alla sua vena creativa. Uno dei dipinti che eccitò la sua fantasia fu la Strage degli innocenti, realizzato da Nicolas Poussin tra il 1625 ed il 1629. Fu particolarmente attratto dall’urlo della madre intenta a sottrarre il figlio dal colpo di spada del soldato romano; “il miglior grido mai dipinto”, ebbe a dire a tal proposito, un grido che divenne per lui l’emblema della tragicità dell’esistenza umana.

Ritornato a Londra nel 1929, si affermò come designer e decoratore di interni, attività che ben presto abbandonò per dedicarsi completamente alla pittura.

Nel 1934 organizzò la sua prima personale presso la Sunderland House di Londra, battezzata per l’occasione Transition Gallery. La mostra si attirò feroci critiche da parte del pubblico e della critica, non ancora pronti ad un linguaggio così aggressivo e graffiante. Fortemente deluso ed amareggiato, Bacon distrusse la maggior parte delle sue opere e scomparve per quasi un decennio dalla scena artistica.

Si può dire che un grido sia un’immagine di orrore, ma io ero in realtà interessato a dipingere il grido più che l’orrore. Penso che, se avessi davvero riflettuto su ciò che induce a gridare, il grido che tentavo di dipingere ne sarebbe risultato molto più efficace. In un senso, avrei dovuto essere più consapevole dell’orrore da cui nasceva il grido. Le mie immagini in realtà erano troppo astratte.” (Francis Bacon)

 

FRANCIS BACON, IL SUCCESSO

 

Dopo un lungo periodo di fallimenti, ripensamenti, ansie e tribolazioni, Francis Bacon riuscì finalmente a farsi notare con Tre studi per figure alla base di una Crocifissione, dipinta nel 1944 ed esposta alla Lefevre Gallery di Londra l’anno successivo.

Il titolo dell’opera si riferisce alle figure che si trovano ai piedi di Cristo in croce, un tema sacro che l’artista deformò e trasformò in una riflessione sulla moderna condizione dell’esistenza.

 

Francis Bacon, Tre studi per figure alla base di una Crocifissione, 1944
Francis Bacon, Tre studi per figure alla base di una Crocifissione, 1944

 

So che per le persone religiose, per i cristiani, la Crocifissione riveste un significato totalmente diverso. Ma per me, non credente, è solo un atto del comportamento umano, un modo di comportarsi nei confronti di un altro.” (Francis Bacon)

Le reazioni immediate furono di grande turbamento e sconcerto, ma si percepiva anche l’assoluta originalità della sua ricerca, in grado di scardinare e sovvertire i canoni della tradizione pittorica.

Da quel momento le mostre si moltiplicarono e la sua fama si diffuse anche fuori dall’Inghilterra, potendo contare su un buon appoggio da parte di galleristi, collezionisti e direttori di musei.

Con lo Studio dal ritratto di papa Innocenzo X del 1953, ispirato al Ritratto di Innocenzo X di Diego Velázquez, Bacon ottenne la sua consacrazione ufficiale, tanto che già nel 1955 venne allestita la sua prima retrospettiva all’Institute of Contemporary Art di Londra.

 

Francis Bacon, Sudio dal ritratto di papa Innocenzo X, 1953
Francis Bacon, Sudio dal ritratto di papa Innocenzo X, 1953

 

Negli anni Sessanta Bacon poteva dirsi un artista pienamente affermato: le sue opere erano vendute a cifre da capogiro e il suo nome era conosciuto in tutto il mondo, tanto da essere acclamato come il “più importante pittore vivente.”

È interessante come le persone vogliano leggere un significato nelle tue opere. Alle persone piace ottenere un significato da tutto.” (Francis Bacon)

 

FRANCIS BACON, L’EPILOGO

 

Francis Bacon continuò a lavorare ininterrottamente fino all’ultimo. Durante una visita a Madrid al suo giovane amante spagnolo, l’artista venne ricoverato in ospedale per una grave polmonite. Il 28 aprile 1992 morì per un arresto cardiaco, amorevolmente assistito da due suore.

L’uomo che si era sempre proclamato ateo e dichiarava di non credere in Dio, diventò famoso con una Crocifissione, ottenne il successo con la rappresentazione di un papa, e spirò tra le braccia di due figlie delle Serve di Maria.

 

David Bailey, Ritratto di Francis Bacon, 1983
David Bailey, Ritratto di Francis Bacon, 1983

 

Mi hanno sempre profondamente colpito le immagini relative a mattatoi e alla carne. Per me sono strettamente collegate alla Crocifissione … Per me, non credente, è solo un atto del comportamento umano, un modo di comportarsi nei confronti di un altro.” (Francis Bacon)

 

FRANCIS BACON, L’EREDITÀ

 

Con la sua opera Francis Bacon ci ha lasciato la testimonianza di un’arte che si alimenta attraverso le esperienze della vita. La sua pittura costituisce un prezioso strumento in grado di esorcizzare i suoi demoni interiori, cifra e simbolo di una condizione universale di disagio.

 

Francis Bacon, Studio per un ritratto di Lucian Freud, 1971
Francis Bacon, Studio per un ritratto di Lucian Freud, 1971

 

La dura condizione umana è il soggetto dominante delle sue tele, la consapevolezza che la vita è fonte di disperazione, infelicità e tormento. L’unica soluzione a questo stato di cose è la creazione, capace di dare sfogo alla crudeltà insita di un’esistenza tutta protesa ala suo inevitabile disfacimento.

Ed è proprio questo che muove tutta l’arte di Bacon: rappresentare l’uomo nella sua resa finale, rendendo visibile le tracce del suo effimero transito sulla terra.

Noi tutti siamo carne, siamo potenziali carcasse.” (Francis Bacon)