IRVING PENN È STATO UNO DEI PIÙ GRANDI FOTOGRAFI DEL NOVECENTO. LE SUE FOTO HANNO RIVOLUZIONATO IL MODO IN CUI GUARDIAMO ALLA REALTÀ DELLE COSE.

Posso essere ossessionato da qualsiasi cosa se la guardo abbastanza a lungo. Questa è la maledizione di essere un fotografo.” (Irving Penn)

 

IRVING PENN, LE ORIGINI

 

Irving Penne nacque a Plainfield, nel New Jersey, il 16 giugno 1917, da genitori ebrei russi immigrati negli Stati Uniti.

Fratello maggiore del famoso regista Arthur, Irving si sentì ben presto attratto dall’arte, manifestando il desiderio di diventare un pittore. Questo desiderio rimase un bel sogno nel cassetto, ma non cessò di pervadere il suo immaginario creativo.

Compì i suoi studi alla Philadelphia Museum School of Industrial Arts, seguendo i corsi di Alexey Brodovitch, designer, fotografo e direttore artistico di Harper’s Bazaar. Tramite Brodovitch ottenne il suo primo impiego a New York, come disegnatore e grafico per Harper’s Bazaar. Nel 1941 si trasferì per un anno in Messico, dove cominciò ad interessarsi alla fotografia, affascinato dalla diversità dei paesaggi sudamericani.

 

Irving Penn, Copertina per Vogue, ottobre 1943
Irving Penn, Copertina per Vogue, ottobre 1943

 

La grande svolta avvenne nel 1943, quando l’allora direttore di Vogue Alex Liberman, gli affidò la copertina del numero di ottobre. Per l’occasione inventò una composizione astratta composta da accessori di moda che scandalizzò i redattori, ma che conquistò immediatamente Liberman.

La foto richiamava il genere pittorico della natura morta, mostrando un guanto, una borsa e una cintura, ripresi da vicino su di un tavolo di legno e con un quadretto con dei limoni sullo sfondo. Un’immagine decisamente innovativa che introduceva nel modo del glamour una visione artistica.

Fotografare una torta può essere arte.” (Irving Penn)

 

IRVING PENN, IL FOTOGRAFO

 

La rivista Vogue offrì a Penn un lavoro e Penn ripagò la testata con una lunga collaborazione che si dimostrò proficua per entrambi. Egli ebbe il merito di sfrondare la fotografia di moda da inutili decori e da barocchi virtuosismi stilistici: luce e soggetto erano i soli elementi necessari a trasmettere il messaggio commerciale. Uno stile semplice e pulito, ma elegante e sofisticato, che egli impresse anche nei suoi meravigliosi still-life.

 

Irving Penn, Cibo surgelato, 1977
Irving Penn, Cibo surgelato, Vogue luglio1977

 

Con le sue nature morte Penn riuscì a catturare la poesia insita nel quotidiano, giungendo all’essenza delle cose. Sono scatti puliti, eppure non convenzionali, caratterizzati da un piccolo particolare di disturbo, aggiunto appositamente per sbilanciare un equilibrio altrimenti perfetto: il granulo di pepe sul tavolo, la vespa sul limone oppure la formica che cammina sul formaggio.

Anche nei ritratti dimostrò la sua maestria, riuscendo a penetrare la psicologia della persona oltre la fisionomia dell’apparenza. In questo caso fu la sua straordinaria empatia a farlo avvicinare ai suoi soggetti, alimentando uno scambio di emozioni reciproco.

 

IRVING PENN, I REPORTAGE

 

Verso gli anni Settanta, Irving Penn si allontanò dalla moda, non sentendola più adatta al suo sentire di artista. Fu così che, pur continuando a collaborare con il fashion system, volse la sua macchina altrove, verso le etnie tribali e i rifiuti urbani, territori diversi dove cercare le impronte di civiltà sepolte.

Da questa nuova fase presero vita numerose serie, tra le quali spicca “Street Material”, dove i resti abbandonati nelle strade vennero ammantati di nuovo valore estetico: mozziconi di sigaretta, avanzi di cibo, ossa, teschi umani e ferraglie, trovarono riscatto dalla loro anonima bruttezza divenendo delle icone senza tempo.

 

Irving Penn, Sigarette n. 17 dalla serie Street Material, 1972
Irving Penn, Sigarette n. 17 dalla serie Street Material, 1972

 

Un buon fotografo è una persona che comunica un fatto, tocca il cuore, fa diventare l’osservatore una persona diversa.” (Irving Penn)

Il 7 ottobre del 2009, nella sua casa di Manhattan, Irving Penn si spense all’età di novantadue anni. Ancora oggi le sue fotografie sono fonte d’ispirazione per coloro che intendono intraprendere la carriera di fotografo, avendo mutato radicalmente la nostra percezione del bello.