PABLO PICASSO È UNA DELLE FIGURE PIÙ RILEVANTI DEL NOVECENTO. ARTISTA POLIEDRICO, NEL CORSO DELLA SUA LUNGA CARRIERA HA SAPUTO IMPORRE STILI, MODE E TENDENZE, INFLUENZANDO ANCHE LA STORIA DEL GUSTO E DEL COSTUME.

Non si devono interpretare i diversi tipi di stile che ho impiegato nella mia arte come un’evoluzione o come stadi lungo il cammino verso un’ideale sconosciuto nella pittura. Tutto quello che io ho sempre fatto, era fatto per il presente e con la speranza che rimanesse sempre nel presente. Non mi sono mai trattenuto a pensare alla ricerca. Se avevo qualcosa da esprimere l’ho sempre fatto senza pensare al passato o al futuro. Non ho mai fatto tentativi o esperimenti. Ogni volta che avevo qualcosa da dire l’ho detto come credevo di doverlo dire. È inevitabile che motivi diversi richiedano metodi espressivi diversi. Ciò non consente di trarre conclusioni su un’evoluzione o un processo, ma si tratta invece dell’adattamento all’idea che si vuole esprimere e al mezzo attraverso il quale si esprime l’idea.” (Pablo Picasso)

 

PABLO PICASSO, IL PERIODO BLU

 

La sera del 17 gennaio 1901, al numero 128 di Boulevard de Clichy a Parigi, presso il ristorante L’Hippodrome, il pittore Carlos Casagemas si puntò una pistola alla tempia e pose fine alla sua vita. Un gesto estremo, provocato da una cocente delusione d’amore.

Pablo Picasso rimase profondamente turbato dalla vicenda. Ossessionato dalla morte dell’amico, cominciò a dipingere in blu, colore che per lui rappresentava la sublimazione del lutto.

Cominciai a dipingere in blu quando riconobbi che Casagemas era morto.” (Pablo Picasso)

 

Pablo Picasso, Evocazione - La sepoltura di Casagemas, 1901
Pablo Picasso, Evocazione – La sepoltura di Casagemas, 1901

 

Evocazione – La sepoltura di Casagemas , dipinto nel 1901, inaugurò il Periodo Blu dell’artista. Ispirandosi a Il funerale del conte di Orgaz (1586-1588) di El Grego, Picasso mise in scena una grandiosa cerimonia per il defunto. La sua versione risultò un’interpretazione totalmente profana rispetto alle commemorazioni classiche: delle prostitute, vestite delle sole calze, fanno da corona all’anima rapita in cielo e gli amici più intimi, tra i quali figura lo stesso Picasso, vegliano il corpo privo di vita.

Il blu diventò il colore del primo stile di Picasso, il suo primo stile originale. Un colore introspettivo, adatto ad esprimere il sentimento del dolore. Le opere seguenti, pur non riguardando specificamente la morte, trattarono tematiche legate alla perdita, come la mancanza d’amore, o all’isolamento, come la povertà.

In Poveri in riva al mare (1903), ad esempio, l’attenzione è incentrata su di una famiglia la cui inedia ha travolto qualsivoglia legame affettivo: sono persone senza vita, irrigidite nella loro miseria e rassegnate al loro infausto destino.

A quell’epoca Picasso, appena ventiduenne, si sentiva affine a questi emarginati: era un artista squattrinato, escluso dalla società, ancora alla ricerca del suo posto nel mondo.

 

PABLO PICASSO AL BATEAU-LAVOIR

 

Nel 1904, dopo essersi destreggiato tra Spagna e Francia, Picasso decise di trasferirsi definitivamente a Parigi, città al centro di una grandiosa rivoluzione culturale. Prese alloggio in un edificio fatiscente di Montmartre, cuore pulsante della bohème parigina. Al civico numero 13 di Rue Ravignan, nei pressi di Place Émile Godeau, a quei tempi era possibile affittare un appartamento per  soli 15 franchi al mese.

In precedenza occupato da una fabbrica di pianoforti, l’immobile era stato suddiviso dal proprietario in dieci unità abitative poco funzionali e quasi del tutto prive dei servizi essenziali. Questo fatiscente agglomerato residenziale, noto con il nome di Bateau-Lavoir, per un certo periodo di tempo costituì il fulcro della vita sociale di Montmartre. Qui artisti ed intellettuali si radunavano per scambiarsi idee, ma anche per cantare, leggere poesie e fare festa fino a notte inoltrata.

 

Pablo Picasso, Poveri in riva al mare, 1903
Pablo Picasso, Poveri in riva al mare, 1903

 

Le stanze del Bateau-Lavoir videro passare i personaggi più emblematici della storia culturale del Novecento: diversi pittori ebbero uno studio qui prima di divenire famosi e molti poeti, letterati e collezionisti frequentarono questo luogo per saggiare le tendenze più all’avanguardia.

Pablo Picasso, grazie alla sua personalità magnetica e al suo riconosciuto genio creativo, divenne ben presto la figura dominante di questa variegata combriccola, tanto da essere definita come la “banda Picasso”. Quella del Bateau-Lavoir fu una stagione entusiasta e feconda e, nonostante gli stenti, Picasso ripensò sempre con grande nostalgia a quell’epoca.

Mi raccontano che tu scrivi. Da te tutto mi sembra possibile. Se un giorno mi raccontassi che hai letto la messa, ti crederei anche in questo.” (da una lettera di Maria Picasso al figlio Pablo)

 

PABLO PICASSO, IL PERIODO ROSA

 

Il Periodo Blu lanciò Picasso nel giro dell’arte, ma fu solo con la svolta del Periodo Rosa, nel 1905, che egli riuscì a conquistarsi la fiducia di amatori e collezionisti. Lo stacco tra i due momenti non si limitava semplicemente alla costruzione formale, ma interessava anche i soggetti rappresentati: arlecchini, saltimbanchi, acrobati e giocolieri presero il posto di miserabili e deboli, offrendo una visione più leggera e scanzonata della realtà.

Poco prima della grande virata cubista, il Periodo Rosa costituì l’ultima manifestazione di uno stile figurativo, la dimostrazione della sua completa conoscenza e padronanza dei mezzi espressivi.

Per me non esiste un passato o un futuro nell’arte. Se un’opera d’arte non vive sempre nel presente, non è per nulla interessante. L’arte dei Greci, degli Egiziani e dei grandi pittori che vissero in altre epoche non è un’arte del passato; forse oggi è anzi più viva che mai. L’arte non si è sviluppata da sé stessa, bensì sono le idee degli uomini che cambiano e con esse il loro modo di esprimersi. “ (Pablo Picasso)

 

Pablo Picasso, Famiglia di acrobati con scimmia, dettaglio, 1905
Pablo Picasso, Famiglia di acrobati con scimmia, dettaglio, 1905

 

Giunto all’apice nella rielaborazione del repertorio del passato, a Picasso non rimase che stravolgere quel repertorio, colpendo alla base il concetto stesso di pittura. Con Les Demoiselles d’Avignon del 1907, egli decretò la fine della tradizione figurativa occidentale: da quel momento l’arte non sarebbe più stata la stessa.

Braque ha sempre detto che nella pittura conta solo l’intenzione. È vero. Questa è la cosa importante. In fondo quello che è stato in primo luogo importante nel cubismo era ciò che si voleva fare, l’intenzione che uno aveva. E questa non la si può dipingere.” (Pablo Picasso)