VERSO IL 1870, DANTE GABRIEL ROSSETTI DIPINSE QUASI ESCLUSIVAMENTE RITRATTI FEMMINILI: UN SOGGETTO CHE CARATTERIZZERÀ TUTTA LA PRODUZIONE DEGLI ULTIMI ANNI DELLA SUA VITA, SIGLANDONE LA DRAMMATICA PARABOLA DISCENDENTE.

Furono molte le modelle e le amanti di Rossetti, il quale, pur dicendo di amare la propria compagna, non poteva evitare di tradirla, probabilmente alla ricerca di un sentimento puro, di una bellezza ideale che sentiva costantemente sfuggirgli di mano e che tentava così di catturare nelle sue opere.

Guardami in faccia; il mio nome è Avrei-potuto-essere. Io mi chiamo anche Non-più, Troppo-tardi, Addio.” (Dante Gabriel Rossetti)

 

DANTE GABRIEL ROSSETTI, LE ORIGINI

 

Dante Gabriel Rossetti nacque a Londra il 12 maggio 1828. Il suo nome completo era Gabriel Charles Dante Rossetti, modificato in seguito per omaggiare il Sommo Poeta e rimarcare un legame d’intenti con il medioevo italiano.

Il padre, Gabriele Rossetti, era un librettista napoletano, costretto a lasciare il Regno di Napoli per aver partecipato ai moti insurrezionali del 1820-1821. Anche la madre apparteneva all’élite culturale del tempo: Frances Mary Lavinia Polidori era figlia di Gaetano Polidori, emigrato italiano, piccolo editore e stampatore, per un certo periodo segretario di Vittorio Alfieri. Uno dei suoi fratelli, John William Polidori, era stato il medico personale di Lord Byron e autore del romanzo breve “Il Vampiro”.

Cresciuto in un ambiente in cui l’arte e la letteratura erano il pane quotidiano, il giovane Dante Gabriel si interessò ben presto alla pittura e alla poesia.

 

Dante Gabriel Rossetti, Regina Cordium, 1866
Dante Gabriel Rossetti, Regina Cordium, 1866

 

La sua esistenza fu drammaticamente segnata dalla morte di Elisabeth Siddal, sua musa e principale modella, che aveva sposato nel 1860. Prostrata dalla salute cagionevole e da una forte depressione, aggravata dall’aver dato alla luce una bambina morta, Elisabeth si suicidò con un’overdose di laudano l’11 febbraio 1862.

Da questo momento prenderà forma in Rossetti un processo di idealizzazione della donna che accompagnerà buona parte della sua opera pittorica: Fanny Cornforth, la sua successiva amante, diverrà la personificazione dell’erotismo carnale, mentre Jane Burden, moglie di William Morris, il simbolo della Venere celeste.

 

DANTE GABRIEL ROSSETTI, I RITRATTI FEMMINILI

 

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento Rossetti dipinse quasi esclusivamente ritratti femminili: un soggetto che diverrà poi predominante nella cultura simbolista tardo-ottocentesca.

Il suo prototipo di donna ispirerà i languori decadenti europei giungendo fino al Surrealismo, fortemente suggestionato da quell’ idea di bellezza allucinata e straniante, simile ad una bambola di cera.

Alla base della donna rossettiana c’è un sentimento di tormentato disagio e di inesorabile inquietudine: i volti delle modelle cambiano di anno in anno ma finiscono per assomigliarsi tutti, sublimati in un’unica tipologia sempre più algida ed estranea a qualsivoglia contatto con la realtà.

 

Dante Gabriel Rossetti, La Ghirlandaia, 1873
Dante Gabriel Rossetti, La Ghirlandaia, 1873

 

Nelle prime opere le donne di Rossetti sono esseri angelici, immagini sensuali che emanano dolcezza e candore come i fiori che le circondano, ma pian piano esse si trasformano in creature minacciose, dalle labbra e dagli occhi smisurati, che incombono nella tela come incubi evocati in uno stato di veglia.

Allo stesso modo il segno si fa sempre più nervoso, le linee sempre più complesse fino a tradursi nell’immagine del cerchio, forma emblematica dove gli amanti ritrovano quell’unità primigenia alla quale si può giungere solamente con la morte. Ed è qui che l’arte si lega inestricabilmente alle vicende della vita.

 

Dante Gabriel Rossetti, Proserpina, dettaglio, 1874
Dante Gabriel Rossetti, Proserpina, dettaglio, 1874

 

La morte della moglie Elisabeth Siddal nel 1862 fu un punto di non ritorno. Da allora nulla fu più come prima. I tormenti interiori che lo affliggevano, uniti ad un uso smodato di cloralio, gettarono Rossetti in un declino irreversibile di dispersione fisica ed emotiva. Il 10 aprile 1882 Dante Gabriel Rossetti si spense prigioniero dei suoi fantasmi. Il suo solo desiderio fu quello di essere sepolto presso il cimitero di Highgate accanto alla sua amata Elisabeth.

Quand’è ch’io meglio ti vedo, mia amata? Quando, nella luce, gli spiriti dei miei occhi dinanzi al tuo volto – loro altare – celebrano il culto dell’Amore che grazie a te si rivela, o quando nelle ore vespertine – e siamo soli – baciato forte, ed eloquente nel muto rispondere, il tuo volto traluce nell’ombra del crepuscolo e solo la mia anima vede la tua come sua?” (Dante Gabriel Rossetti)