QUELLA DI SARAH BERNHARDT È LA STORIA DI UN’OSCURA RAGAZZA DI PROVINCIA CHE, INTUENDO LO STRAORDINARIO POTERE DELL’IMMAGINE,  SI TRASFORMÒ IN LEGGENDA.

Malgrado la storia, la leggenda vince sempre.” (Sarah Bernhardt)

 

L’ANTEFATTO, L’INCONTRO TRA SARAH BERNHARDT E IL FOTOGRAFO NADAR

 

In un giorno imprecisato del 1864, una giovane Sarah Bernhardt si recò da Felix Nadar per avere un suo ritratto. In quel tempo la Bernhardt era una ragazza di appena vent’anni, faceva parte della “Comèdie-Française” ed aveva al suo attivo piccoli ruoli di secondo piano. Era ancora agli inizi della sua luminosa carriera ed era nota più per i suoi scandali che per le sue doti sceniche.

 

Georges Jules Victor Clairin, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1871
Georges Jules Victor Clairin, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1871

 

Quando andò a bussare alla porta del più grande fotografo di Parigi stava vivendo una situazione molto difficile: senza un ingaggio, era in attesa di un figlio dal principe di Ligne, che, dopo averla lasciata, si era rifiutato di riconoscere il nascituro. La disperazione che l’attanagliava le aguzzò l’ingegno. Pronta a tutto pur di riscattarsi, decise costruire a tavolino un’immagine capace di ammaliare ed incantare il pubblico. Lo scopo era quello di vendere sé stessa prima che il suo talento.

 

FÉLIX NADAR, IL FOTOGRAFO DELLE CELEBRITÀ

 

Gaspard-Félix Tournachon nacque a Parigi il 6 aprile 1820, figlio del benestante stampatore-libraio Victor Tournachon. Abbandonati precocemente gli studi di medicina a causa della morte del padre, cominciò a guadagnarsi da vivere come giornalista. Nel 1838 adottò lo pseudonimo con il quale si consegnerà alla storia: Nadar.

Si avvicinò alla fotografia quasi per gioco, spinto dalla sua curiosità e dal suo innato interesse per le novità scientifiche; un semplice hobby che divenne ben presto una professione. Al 1854 risale la sua prima opera significativa, il Panthéon Nadar, una galleria di ritratti delle maggiori personalità del tempo, come Charles Baudelaire, Gioacchino Rossini, Victor Hugo, George Sand, Gustave Courbet e molti altri. Fu subito chiara la sua maestria nel penetrare l’essenza del personaggio rappresentato, cosa che ne fece il fotografo più ricercato dalle celebrità.

“Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.” (Félix Nadar)

 

Félix Nadar, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1864
Félix Nadar, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1864

 

Nel 1895 inaugurò il suo atelier al n. 35 di Boulevard des Capucines, via prestigiosa situata nel cuore di Parigi. Lo studio – situato a pochi passi dal Salon Indien del Grand Café, dove di lì a pochi mesi sarebbe stata organizzata la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière – si faceva notare per la sorprendente insegna ideata da Antoine Lumière (padre di Luis e Auguste): una gigantesca firma del fotografo di colore rosso, illuminata di notte dalle luci al neon.

In questo luogo, carico di fascino e d’atmosfera, si svolgerà, nel 1874, la prima mostra degli impressionisti, artisti rifiutati dal “Salon” annuale per la loro dirompente novità espressiva. Ma questa è tutta un’altra storia!

 

SARAH BERNHARDT, LA NASCITA DI UN MITO

 

Le foto scattate da Nadar si dimostrarono all’altezza delle attese. Egli riuscì a dare spessore e credibilità ad una Bernhardt alle prime armi; con sfondi neutri, privi di fronzoli ed utilizzando una luce naturale, catturò l’anima di una donna che si apprestava a diventare un mito.

Nel febbraio del 1867 Sarah fece il suo trionfale ingresso al teatro Odéon, interpretando la protagonista del dramma di François Coppée, Le Passant. Fu un trionfo. La parte le permise di mettere in luce la sua singolare personalità ed il suo fascino magnetico. Era nata la “Divina” Sarah Bernhardt, e da quel momento la sua ascesa sarebbe stata inarrestabile.

 

Jules Bastien-Lepage, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1879
Jules Bastien-Lepage, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1879

 

Il successo imperituro non può essere raggiunto se non tramite uno sforzo intellettuale costante, sempre ispirato da un ideale.” (Sarah Bernhardt)

 

SARAH BERNHARDT ICONA DEL SUO TEMPO

 

Sarah Bernhardt fu ben più di una semplice attrice, essa fu la prima vera star, nota a livello internazionale. Fu una diva, un’eroina, la femme fatale per eccellenza, un modello al quale ispirarsi, una vera e propria icona di stile, quella che ai giorni d’oggi chiameremo influencer. Come tale contribuì all’affermazione di molti stilisti e di diversi capi d’abbigliamento: quello che lei indossava diventava subito di moda. É il caso di Delphos, una tunica plissettata ideata da Mariano Fortuny che grazie a lei ebbe un’immensa fortuna.

 

Georges Jules Victor Clairin, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1876
Georges Jules Victor Clairin, Ritratto di Sarah Bernhardt, 1876

 

Per merito del suo lavoro, che la portava in giro per tutto il mondo, la Bernhardt esportò anche il suo amore per i gioielli, soprattutto per quelli di Boucheron e di Lalique che per lei crearono pezzi mozzafiato. A lei deve la sua fama anche Adolphe Mucha, pittore, cartellonista e disegnatore di monili straordinari.

Coltivando la preziosa arte del mettersi in mostra Sarah Bernhardt fu una grande innovatrice; antinconformista e rivoluzionaria, ci insegna che una donna può veramente essere ciò che vuole.

“Esistono cinque tipi di attrici, ci sono le attrici cattive, quelle passabili, quelle buone, quelle grandi. Poi c’è Sarah Bernhardt.”  (Mark Twain)

 

SARAH BERNHARDT, CURIOSITÀ

 

Nel 1898 Sarah Bernhardt scrisse un’autobiografia, “La mia doppia vita”. Edita in Italia solo nel 1981, questa autobiografia ci offre uno spaccato della vita artistica e sociale della Parigi di fine Ottocento, vista attraverso gli occhi di una donna decisamente controversa.

L’intenzione della Bernhardt era quella di offrire un ritratto più umano della Divina, anche se, a volte, non si capisce dove finisca la realtà e cominci la fantasia, ma, si sa, alla fine, anche la vita è un grande palcoscenico sul quale recitare!