PER COLPA DI UNA SPALLINA, JOHN SINGER SARGENT FU COSTRETTO A LASCIARE PARIGI. QUASI VENT’ANNI DOPO L’ITALIANO VITTORIO CORCOS RIPRESE LO STESSO DETTAGLIO SENZA SUSCITARE TANTO CLAMORE.

Due dipinti, due bellissime donne e una maliziosa spallina, questi sono gli ingredienti di questa storia.

Per quanto sembrino cose di secondaria importanza, la missione degli abiti non è soltanto quella di tenerci caldo. Essi cambiano l’aspetto del mondo ai nostri occhi e cambiano noi agli occhi del mondo.” (Virginia Woolf)

 

IL RITRATTO DI MADAME X DI JOHN SINGER SARGENT

 

Al Salon del 1884, John Singer Sargent presentò un dipinto che gli costò la reputazione. Si trattava del ritratto di Virginie Amélie Avegno, figlia mezza creola della piccola nobiltà di New Orleans, portata a Parigi da bambina, e andata in sposa, a diciannove anni, al ricco banchiere Pierre Gautreau.

Sargent mise in posa la donna in piedi, appoggiata ad un tavolino. Il volto, mostrato di profilo, ha un’espressione altera, quasi sprezzante. Il corpo, fasciato in un vestito da sera, è rivolto verso lo spettatore, offrendo la visione di una scollatura profonda. Nella versione originale l’effetto erotico era reso esplicito dalla spallina destra che il pittore aveva lasciato scendere sulla spalla. Il contrasto tra la pelle candida e l’abito scuro è netto: se la si guarda da lontano la bianchezza dell’incarnato offre una sensazione di nudità. E poi quella spallina … “un solo movimento e potrebbe rimanere nuda”, scriveva al riguardo un giornalista de “Le Figaro”.

 

John Singer Sargent, Ritratto di Madame X, dettaglio, 1883-1884 - a destra il dipinto come era in origine in una foto dell'epoca
John Singer Sargent, Ritratto di Madame X, dettaglio, 1883-1884 – a destra il dipinto come era in origine in una foto dell’epoca

 

Subito si gridò allo scandalo. Una signora dell’alta società che si metteva in mostra come una volgare cocotte! Per la Parigi benpensante della Terza Repubblica tutto ciò era inaccettabile. Sargent cercò di rimediare. Sollevò la spallina e cambiò il nome all’opera, ma tutto ciò non fu sufficiente. Il pittore dovette fuggire a Londra, mentre la donna si ritirò in Bretagna, chiusa in una malinconia crescente.

Nel 1916, un anno dopo la morte di madame Gautreau, la tela venne acquistata per mille dollari dal Metropolitan Museum of Art di New York, dove si trova ancora oggi.

 

IL RITRATTO DI LINA CAVALIERI DI VITTORIO CORCOS

 

Nel 1903, quasi vent’anni dopo il fattaccio di Madame X, Vittorio Matteo Corcos realizzò un bellissimo ritratto di Lina Cavalieri. Anche Lina, come madame Gautreau, venne immortalata in piedi, di profilo, con indosso un abito in cui la spallina sinistra penzola lungo il braccio. In questo caso l’audace raffigurazione non sollevò alcuna reazione di sconcerto: la protagonista era una cantante, una che per mestiere era solita mettersi in mostra. Anzi la sfrontatezza dell’atteggiamento non faceva che confermare ciò che si diceva a proposito degli artisti: chi faceva parte del mondo dello spettacolo era considerato, a quel tempo, una persona di facili costumi.

 

Vittorio Corcos, Ritratto di Lina Cavalieri, 1903
Vittorio Corcos, Ritratto di Lina Cavalieri, 1903

 

Definita da Gabriele D’Annunziola massima testimonianza di Venere in Terra”, Lina, all’anagrafe Natalina Adelina, era la figlia di un’umile sarta e di un assistente architetto caduto in disgrazia. Nella vita si fece strada grazie alla sua voce, ma anche per merito della sua straordinaria bellezza. Donna forte e determinata, libera di affermare sé stessa e la propria sessualità, la Cavalieri non poteva certo turbare per una spallina abbassata; lei che si diceva avesse ricevuto circa ottocentoquaranta proposte di matrimonio, che si era sposata ben cinque volte e che cambiava amanti con la stessa facilità con cui cambiava i costumi di scena!

Amo gli uomini come amo la vita, come amo la natura, ma penso che, nella maggioranza dei casi, questo compagno della nostra esistenza è assai inferiore a quel che crede o sente di valere.” (Lina Cavalieri)

 

I DUE RITRATTI NELLA STORIA DEL COSTUME

 

Nel 1952 il poliedrico artista Piero Fornasetti scelse proprio il volto di Lina Cavalieri per quella che diverrà la sua serie più famosa: “Tema e Variazioni”, oltre cinquecento tipi di piatti, tutti decorati con variazioni sull’immagine della Cavalieri.. L’idea gli venne quando, sulle pagine di una rivista francese di fine Ottocento, incappò nella stupenda effige della cantante. Fu amore a prima vista. La sua bellezza esemplare e misteriosa operò in lui come un’ossessione: una ricerca rappresentativa che lo accompagnò per tutta la sua esistenza.

Nel 2016 le prime cento elaborazioni della serie sono state raccolte nel volume, edito da Fornasetti, “Tema e Variazioni”. Il testo è stato completamente realizzato a mano e in edizione limitata. Nel corso dello stesso anno la serie fece il suo ingresso a teatro, divenendo parte delle scenografie de “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, l’opera lirica di Mozart presentata e prodotta da Fornasetti.

Il volto di Lina Cavalieri è un vero e proprio archetipo: la quintessenza di un’immagine di bellezza classica, come una statua greca, enigmatica come la Gioconda. Cosa mi ispira a fare più di cinquecento variazioni sul viso di una donna? Non lo so. Ho cominciato a farle, e non mi sono mai fermato.” (Piero Fornasetti)

Nel cinema la Cavalieri è stata interpretata da Gina Lollobrigida nel film del 1955, diretto da Robert Z. Leonard, “La donna più bella del mondo”.

 

Piero Fornasetti con dei piatti della serie Temi e Variazioni
Piero Fornasetti con dei piatti della serie Temi e Variazioni

 

E se la Cavalieri è entrata nelle nostre case come un piatto da portata, Madame X è divenuta parte della nostra quotidianità senza che nemmeno ce ne rendessimo conto. Avete presente lo strepitoso abito che Rita Hayworth indossò in una delle scene di “Gilda”? Fu ideato da Jean Louis Berthault che si ispirò esplicitamente al dipinto di Sargent. Volendo sottolineare la procace femminilità della Hayworth, lo stilista creò quell’iconico abito a sirena, che, molti anni dopo, verrà riproposto, con alcune varianti, da Jessica di “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

Anche la fotografia di moda non è rimasta immune al fascino di Madame X. Steven Meisel, nel 1999, decise di dare a Madame X il volto di Nicole Kidman, per la copertina di Vogue America. L’abito indossato per il servizio era firmato da John Galliano per Dior.

 

Steven Meisel, Nicole Kidman come Madame X, Vogue America, 1999
Steven Meisel, Nicole Kidman come Madame X, Vogue America, 1999