ELDA PAVAN CECCHELE, TESSITRICE DI ORIGINI VENETE, È STATA UNA DELLE PIÙ GRANDI ISPIRATRICI DEGLI STILISTI ITALIANI TRA GLI ANNI CINQUANTA E SETTANTA DEL NOVECENTO.
“È l’abito che deve adattarsi al corpo della donna, non il corpo che deve adattarsi alla forma dell’abito.” (Hubert de Givenchy)
ELDA CECCHELE, LE ORIGINI
Elda Pavan nacque a San Martino di Lupari, in provincia di Padova, nel 1915. Il padre Adelchi, Granatiere di Sardegna, perse la vita durante la prima guerra mondiale. La piccola Elda fu allevata dai nonni materni e dalla madre che, dopo la morte del marito, riprese a lavorare con la sua famiglia nel bar del paese. Conseguita la licenza elementare, Elda abbandonò gli studi per aiutare la mamma al bar. Un’infanzia semplice sostenuta da una grande fede. Dirà ad un giornalista, durante un’intervista del 1959, che quando aveva bisogno di ispirarsi rivolgeva la sua preghiera a Dio.
Durante l’adolescenza Elda fece un incontro che le cambierà la vita, quello con Angela, operaia di una filanda presso Abbazia Pisani. Questa insegnò ad Elda i rudimenti della tessitura e, in seguito, le due iniziarono a produrre biancheria per la casa che vendevano tra Padova e Venezia. Il sodalizio durò fino al 1937, anno in cui Elda si sposò con Gino Cecchele, appartenente ad una ricca famiglia proprietaria di due filande.
Dopo la seconda guerra mondiale, la crisi colpì anche l’azienda dei Cecchele che decisero di stabilirsi in una delle filande dismesse di San Martino di Lupari, dove Elda allestì un laboratorio di tessitura cominciando a lavorare in proprio. Acquistò un primo telaio manuale e si iscrisse al registro degli artigiani, incrementando la sua attività di tessitrice. Pian piano si fece conoscere in Italia e all’estero, prendendo parte a numerose esposizioni artigianali.
“La moda non è solo qualcosa che sta nei vestiti. La moda è nell’aria. Ha qualcosa a che fare con le idee, con il modo in cui viviamo, con ciò che ci accade.” (Coco Chanel)
Nel 1952 conobbe Giuliana di Camerino, titolare della ditta Roberta di Camerino, iniziando una collaborazione molto intensa con la stilista che durerà per sedici anni. Elda espresse al meglio la propria creatività, non solo proponendo sempre diversi decori tessili, ma anche sperimentando nuovi materiali e tecniche. La sua fama cominciò a spargersi nell’ambiente degli stilisti: nel 1954 venne chiamata da Salvatore Ferragamo per produrre materiali per le sue calzature e, nello stesso periodo, Franca Polacco si servì dei suoi tessuti per le sue collezioni di moda.
Attorno al 1960 la famiglia Cecchele si trasferì a Galliera Veneta, nell’ex-filanda appartenuta alla famiglia del marito, luogo dove trova sede anche un nuovo laboratorio tessile. Elda continuò le sue ricerche sui tessuti, fornendo materiali, per abiti ed accessori, alle più prestigiose case di moda del tempo. Nello stesso tempo si susseguirono riconoscimenti, premi e pubblicazioni su importanti riviste: Elda Cecchele si confermava come l’artista tessile più ricercata. A questi anni risale una ricca produzioni di tessuti per l’arredamento di alcune ville in Sardegna, progettate dall’architetto veneziano Renzo Pianon.
La sua attività proseguì senza sosta con diversi e prestigiosi committenti, fra i quali è da ricordare la cooperazione con la ditta Cerruti 1881, casa di moda italiana fondata da Nino Cerruti nel 1965, a cui l’artigiana fornì tessuti per abiti e sciarpe. Anche in questo caso Elda si distinse per la duttilità nell’interpretare le esigenze dello stilista, arricchendone al contempo lo spirito creativo.
Nel 1975 le venne conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica dal Presidente Giovanni Leone. L’anno seguente morì il marito, interrompendo così un sodalizio professionale basato sulla valorizzazione delle reciproche professionalità e conoscenze. L’aspetto tecnico delle creazioni di Elda Cecchele era infatti affidato al marito, il quale, proprio per la sua precedente partecipazione alla filanda della famiglia di origine, aveva sviluppato delle competenze determinanti per il lavoro della moglie.
Gli ultimi anni la videro impegnata soprattutto nel campo dell’accessorio, rielaborando decori e materiali già prodotti in precedenza. Dopo una lunga malattia che le impedì di lavorare al suo amato telaio, il 12 luglio 1998 Elda Cecchele si spense all’ospedale di Cittadella, assistita dall’amore dei suoi cinque figli.
“La donna è sempre dubbio una luce, uno sguardo, un invito alla felicità e talvolta il suono di una parola, ma soprattutto è un’armonia generale, non solo nel gesto e nell’armonia delle membra, ma anche nelle mussole, nei veli, negli ampi e cangianti veli di stoffe in cui si avvolge, che sono come gli attributi e il fondamento della sua divinità.” (Charles Baudelaire)
ELDA CECCHELE, L’ARTIGIANA DELLA MODA
Dietro ad ogni abito di alta moda c’è un universo fatto di grandi artigiani che creano tessuti, ricami, passamanerie, bottoni e nastri. Artigiani che, per quanto fondamentale sia il loro contributo alla realizzazione di un vestito o di un accessorio, rimangono nell’ombra, oscurati dal nome dello stilista, considerato il solo artefice delle sue collezioni. Elda Cecchele fu una di queste: mai il suo nome comparì come autrice di tessuti, nonostante avesse contribuito al successo di importanti griffe.
Presso il Museo di Palazzo Mocenigo, a Venezia, è conservato il Fondo Cecchele, uno straordinario archivio di tessuti prodotti da Elda, in grado di farci comprendere la sua carica innovativa e sperimentatrice nella produzione di tessuti artigianali.
Quello che più impressiona nella vastissima produzione di Elda è il suo straordinario talento, maturato in un piccolo laboratorio artistico creato a sua misura. Ne emerge il ritratto di una donna energica e coraggiosa che ha saputo superare ostacoli non indifferenti nell’esprimere sé stessa, considerata anche la situazione svantaggiata delle donne nell’Italia di quel tempo, e da autodidatta è riuscita a raggiungere risultati davvero stupefacenti nella sua professione.
“Un uomo che lavora con le sue mani è un operaio; un uomo che lavora con le sue mani e il suo cervello è un artigiano; ma un uomo che lavora con le sue mani, il suo cervello e il suo cuore è un artista.” (San Francesco d’Assisi)
In tutto il suo lavoro risulta evidente la sua elevata sensibilità cromatica, il modo in cui accostava i colori traendo ispirazione dall’osservazione della realtà che la circondava, sia naturale che prodotta dall’uomo. Produsse, ad esempio, il motivo “Palazzo Ducale” dopo aver ammirato la facciata della residenza dogale a Venezia, il decoro “Paloma fiorita” dalla vista di un prato in fiore, oppure una serie di campioni denominati “Impressioni da vetrate gotiche” in seguito alla visita di una chiesa gotica. Tutto ciò che la circondava veniva filtrato dalla sua mente, e poi rielaborato in forma di tessuto.
“Il lavoro di Elda Cecchele è, prima di tutto, un lavoro di analisi e di studio dell’oggetto cui si dedicherà: intorno ad esso iniziano prove, tentativi, ricerche di colori, di trame, di consistenze, di tonalità, di corposità. Il risultato ottenuto è quindi il frutto di amore e di pazienza, di prove e prove all’inseguimento di una idea del tessuto.” (Da un articolo comparso sulla rivista “Ottagono” n. 34, settembre 1974)
Numerose furono le innovazioni introdotte da Elda nella sua opera di tessitrice: lavorare a stretto contatto con stilisti diversi l’ha stimolata a rinnovarsi continuamente, seguendo i ritmi della moda e le esigenze dei committenti. Ma la sua intraprendenza la portava ad avere un ruolo attivo, proponendo soluzioni, decori e materiali, influenzando così il risultato finale delle collezioni.
All’inizio degli anni Sessanta, ad esempio, la Cecchele pensò di servirsi della tradizionale tecnica veneta, con cui si producevano le sporte per la spesa usate in campagna utilizzando le brattee delle pannocchie, per confezionare eleganti borse estive. Propose quest’idea alla signora Camerino che si dimostrò subito entusiasta. La semplice sporta contadina divenne in questo modo un raffinato accessorio, destinato ad avere un grande successo.
La figura di Elda Cecchele, ancora poco nota al grande pubblico, merita il suo giusto riconoscimento: da una piccola e periferica realtà produttiva, Elda seppe inserirsi ed influenzare il più vasto panorama della moda italiana ed internazionale.
Buongiorno, sono irina Inguanotto, la curatrice dell’archivio Elda Cecchele del Museo del tessuto di Palazzo Mocenigo. Ho molto apprezzato il suo sito. Se lei desidera venire a vedere l’archivio è benvenuta. Stiamo al museo organizzando una mostra e preparando un catalogo Mi farebbe piacere se lei potesse seguire questi eventi e menzionarli nel suo sito. Vedo che lei si è attentamente documentata e credo sarebbe un utile servizio se il suo sito potesse riportare alcuni titoli poco noti al pubblico perché confinati a riviste specialistiche. Le allego il sito dell’inventario dell’archivio cartaceo https://mpra.ub.uni-muenchen.de/117839/ Forse le può interessare il libro “Madame Jersey ecc. ” editato dalla Toletta che tratta anche della collaborazione tra Elda Cecchele e Franca Polacco, stilista veneziana. La ringrazio per il suo lavoro. irina inguanotto
irina inguanotto
Grazie a voi per avermi dato la possibilità di conoscere lo straordinario lavoro che fate e di conoscere la figura di Elda Cecchele, una donna straordinaria che ha dato lustro alla storia della moda italiana. Le ho risposto privatamente per e-mail, sarò molto lieta di poter visitare i vostri archivi e di collaborare, per quanto posso, alle vostre iniziative. Buona giornata.