FONDATORE DELLA SECESSIONE DI MONACO, FRANZ VON STUCK FU UNO DEI GRANDI PROTAGONISTI DELLA PITTURA EUROPEA A CAVALLO TRA I DUE SECOLI.
“Ci sono opere d’arte che rafforzano il nostro senso di comunità, e ce ne sono altre che ci seducono nell’isolamento. La pittura di Stuck apparteneva a quest’ultimo gruppo.” (Hans Carossa)
FRANZ VON STUCK, LE ORIGINI
Franz von Stuck nacque il 23 febbraio 1863 a Tettenweis, nella Bassa Baviera, da una famiglia cattolica di umili origini.
Già all’età di sei anni si fece notare nel suo villaggio come autore di caricature e, a soli quindici anni, lasciò la famiglia per frequentare la Scuola reale d’Arti decorative di Monaco. Questa esperienza gli consentirà di acquisire delle solide basi per la sua futura carriera di pittore, scultore, architetto e decoratore.

Negli anni seguenti, mentre si guadagnava da vivere come illustratore di libri ed autore di caricature per riviste, si dedicò alla pittura senza prendersi troppo sul serio. Fin dalle sue prime opere si manifestarono quelli che saranno poi i temi prediletti dell’artista maturo: l’esaltazione della bellezza conturbante della donna, la rappresentazione della mitologia e delle antiche divinità pagane, la trattazione dei temi religiosi in modo eroico ed irriverente assieme.
FRANZ VON STUCK, IL SUCCESSO
Di natura gioviale e scanzonata, Franz von Stuck si unì, quasi per gioco, ad un gruppo di giovani artisti che nel 1892 diedero vita alla Secessione di Monaco. I secessionisti fondarono un movimento che si proponeva di reagire al conservatorismo delle istituzioni artistiche ufficiali, promuovendo al contempo un rinnovamento del gusto e l’integrazione fra i vari generi artistici. All’esperienza di Monaco fece seguito la Secessione viennese, nel 1897, e quella di Berlino nel 1898.
“Il cielo è di seta azzurra, l’arte è in fiore, l’arte ha il controllo, l’arte stende sulla città il suo scettro cinto di rose e sorride.” (Thomas Mann)
Il 1893 fu un anno cruciale per la carriera del pittore: venne nominato professore all’Accademia delle Arti Figurative ed ottenne un clamoroso successo con quella che, ancora oggi, è una delle sue opere più note, Il peccato (Die Sünde). Il dipinto, che si aggiudicò un premio alla Fiera Mondiale di Chicago del 1893, venne realizzato in più di dieci versioni nell’arco di una ventina d’anni.
Il peccato costituisce un’interpretazione moderna di un episodio tratto dalla “Genesi”: la tentazione di Eva nel paradiso terrestre tramite il serpente. L’ingenua Eva assume qui le vesti di una femme fatale, una donna sensuale e pericolosa quanto il perfido animale che le cinge il collo. Un approccio nuovo ed insolito rispetto alle classiche interpretazioni della vicenda biblica.

All’epoca il dipinto fece ovviamente scandalo, per il nudo considerato troppo esplicito e per il messaggio provocatorio, ma molti giovani artisti rimasero incantati dall’opera di von Stuck, da allora considerato il maestro dell’arte nuova.
“La fama del dipinto ci ha spinto attraverso le gallerie; non ci fermammo da nessuna parte e aprimmo gli occhi solo quando finalmente ce lo trovammo di fronte. Era esposto su di uno speciale cavalletto nella sua ampia e monumentale cornice d’oro. […] E ora fissavamo la notte dei capelli e del serpente, che non lasciavano scorgere troppo il pallido corpo femminile. Il viso in ombra con il bianco-bluastro degli occhi scuri inizialmente mi parve passare in second’ordine rispetto alla lucentezza metallica del serpente attorcigliato, con la sua testa malvagia e ben delineata e l’opaca orditura a scacchi del dorso, su cui una delicata linea blu correva come una cucitura.” (Hans Carossa)
Nel 1905, all’apice della fama, Franz von Stuck ricevette dal principe Leopoldo di Baviera l’ambito titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della corona bavarese. Egli scelse come proprio stemma un centauro che salta verso l’alto, con i pugni chiusi rivolti davanti a sé. Il critico tedesco Richard Muther vide in quell’autorappresentazione: “un bavarese pieno di forza, che non vuole saperne nulla dei dolori e delle sofferenze dei moderni. Lui, come un Centauro, balza nello stanco presente.”

Moderno, ma ancora legato ad un passato di matrice figurativa e simbolista, Franz von Srtuck vide un repentino declino della sua importanza che travolse, nei secoli, la sua figura e la sua opera. Alla sua rapida ascesa coincise un tramonto altrettanto veloce. La pittura si stava orami piegando verso le nuove esigenze espressive promosse dalle avanguardie: il terremoto figurativo inaugurato dalla Die Brücke cominciava a fare piazza pulita degli ultimi ruderi del Simbolismo.
Franz von Stuck, l’ultimo cavaliere della pittura, morì d’infarto il 30 agosto 1928 a Monaco di Baviera. Dopo la sua scomparsa il suo nome fu presto dimenticato, forse anche perché visto come l’incarnazione di un’epoca oramai tramontata. Certo è che von Stuck, durante la sua esistenza, fu venerato e ricercato come maestro da pittori quali Paul Klee, Hans Purmann, Wassily Kandinskij, Alf Bayrle e Josef Albers, che ne aumentarono il prestigio. Di lui si dirà: “fu l’ultimo principe d’Arte dei grandi giorni di Monaco.”
FRANZ VON STUCK, I SOGGETTI E LO STILE
Fauni, sirene, ninfe e centauri popolano le tele di von Stuck: repertori allegorici e visionari costruiti con estrema raffinatezza e un assoluto rigore formale. Egli fu tra gli ultimi veri disegnatori prima della definitiva dissoluzione delle forme imposta dal Novecento. La sua pittura era la perfetta rappresentazione dei fasti, ma anche della angosce latenti, di una società che si stava inabissando nella catastrofe del primo conflitto mondiale.

Ammiratore di Arnold Böcklin, von Stuck descrisse le contraddizioni di una società rigorosa nelle forme ma disinibita nella sostanza, pervasa da una sensualità ossessiva incarnata da donne fatali, seducenti e maledette. Il peccato oppure Il bacio della sfinge, due fra le sue opere più note, rappresentano un tema latente in tutto il suo lavoro: il femmineo imperante, oggetto di desiderio, ma anche fonte di corruzione. In von Stuck la sessualità è una battaglia fisica, brama di potere e possesso, in cui non esistono tenerezza né dolcezza, ma solo perdizione e disfacimento.
Impeccabile è la sua tecnica: la pennellata morbida e decisa, la composizione potente e vigorosa, il disegno preciso e finito, ma di grande forza espressiva. Degne di particolare nota sono le cornici dei suoi dipinti, realizzate a mano dallo stesso von Stuck, che costituiscono una parte integrante dell’opera.
Franz von Stuck merita di essere riscoperto non solo per i suoi meriti estetici, ma anche e soprattutto per la sua carica visionaria che non esitava a sondare i lati più oscuri della psiche umana e delle sue nevrosi.
“Diventando troppo potenti le fantasie pongono le condizioni per la nascita di una nevrosi o di una psicosi.” (Sigmund Freud)