ARISTOCRATICA, BELLISSIMA E TRASGRESSIVA, VIRGINIA BOURBON DEL MONTE È LA DONNA MENO NOTA DI CASA AGNELLI, MA SICURAMENTE LA PIÙ AFFASCINANTE.

Fin dal primo giorno, hai capito che io non sono soltanto un uomo: ma donna, cane, albero, pietra, fiume. Solo per te, Virginia, solo per te, aprirò il cielo notturno alla mia fronte, il sapore del mio sangue solo per te, Virginia, brucerà la bianca notte d’estate.” (Da una lettera di Curzio Malaparte a Virginia Bourbon del Monte)

 

VIRGINIA BOURBON DEL MONTE, LA DONNA

 

Virginia Bourbon del Monte nacque a Roma, nel piano nobile di Palazzo Barberini, il 24 maggio 1899. Il padre, Carlo Bourbon del Monte principe di San Faustino e marchese di Santa Maria, apparteneva ad una nobile casata tosco-umbra di antica fondazione, mentre la madre, Jane Allen Campbell, era una ricca ereditiera statunitense di origine scozzese.

Crebbe in un mondo privilegiato, fatto di grandi palazzi e di ricevimenti mondani, costantemente avvolta dalla spensierata gaiezza delle miliardarie americane, amiche della madre. Fu proprio durante una festa, tenutasi nel 1918 a Palazzo Barberini, che Virginia conobbe Edoardo Agnelli, figlio del senatore Giovanni nonché fondatore della FIAT.

Tra i due fu amore a prima vista. Si sposarono appena un anno dopo, il 5 giugno 1919. Già nell’aprile del 1920 nacque la prima figlia Clara, nel 1921 Giovanni, il futuro Avvocato, nel 1922 Susanna, nel 1925 Maria Sole, nel 1927 Cristiana, nel 1929 Giorgio ed infine Umberto nel 1934.

 

Ritratto di Virginia Bourbon del Monte
Ritratto di Virginia Bourbon del Monte

 

Il matrimonio naufragò ben presto in una relazione di facciata, per via delle dicerie sui disinvolti costumi sessuali di lei e per le insistenti voci sulle notti brave di lui. Poi la drammatica fine di Edoardo. Il 14 luglio 1935, mentre rientrava da Forte dei Marmi a bordo dell’idrovolante del padre, Edoardo Agnelli morì a causa di un incidente accorso nella fase di ammaraggio.

All’epoca Virginia aveva solo trentasei anni, era rimasta vedova con sette figli da accudire, ma con ancora tanta voglia di vivere. Fu così che riallacciò i suoi rapporti con Curzio Malaparte, lo scrittore toscano con il quale ebbe una lunga e tormentata liaison, forse già quando lui era direttore de “La Stampa”, giornale della famiglia Agnelli, tra il 1929 ed il 1931.

Il sentimento che li univa era talmente intenso da farli decidere di sposarsi, tanto che fissarono una data precisa: il 10 ottobre 1936 nel Duomo di Pisa, poco dopo il periodo minimo di un anno previsto dalla legge per le donne rimaste vedove che intendevano rimaritarsi. Ma Malaparte, personaggio troppo scomodo e chiacchierato, non era sicuramente il genero ideale per la famiglia Agnelli.

Venuto a conoscenza della scabrosa relazione, Giovanni Agnelli si adoperò in ogni modo per ostacolarla, ingaggiando una durissima battaglia per far togliere a Virginia la potestà sui figli.  Alla fine i bambini rimasero con la madre, ma Virginia dovette dire addio al suo grande amore. Amareggiato e pieno di livore Malaparte in seguito dichiarerà: “le sole donne che valga la pena di sposare sono le donne poverissime.”

 

Ritratto di Virginia Bourbon del Monte con il marito Edoardo ed i loro figli
Ritratto di Virginia Bourbon del Monte con il marito Edoardo ed i loro figli

 

L’8 settembre 1943, a Roma, Virginia venne arrestata dalla polizia fascista, essendo figlia di una cittadina americana, e confinata nell’ex convento di San Gregorio al Celio. Dopo qualche tempo fu rimessa in libertà grazie all’intervento del colonello delle SS Eugene Dollmann, il quale cominciò così a frequentare la donna.

Dopo soli due anni Virginia perse la vita in un incidente automobilistico. Era un pomeriggio del 30 novembre 1945 quando la sua auto, una Fiat 1500, si schiantò contro un gigantesco camion militare americano in un sorpasso azzardato, mentre da Roma si recava a Forte dei Marmi.

Si è detto che stesse recandosi ad un ultimo appuntamento con Curzio Malaparte, forse perfino per riparlare del progetto di matrimonio. Ma non è emersa alcuna prova a corroborare l’ipotesi. Le sue spoglie riposano nella tomba della famiglia Agnelli a Villar Perosa.

E quel che mi ha sempre addolorato di Virginia, è la sua incomprensione degli animali, il suo distacco dagli animali, non sa neppure accarezzarli, né rispondere alle loro carezze. Sì, quel che in Virginia manca è l’animalità. E non è neppure astratta, ma distratta. Ha una femminilità non astratta, ma distratta.” (Curzio Malaparte)

 

VIRGINIA BOURBON DEL MONTE, LA DONNA CHE SALVÒ ROMA

 

Frivola e spregiudicata, amante delle feste e della vita mondana, poco incline agli studi come disse di lei la figlia Susanna “fragile, amante della gaiezza, totalmente priva di istruzione, sempre e fondamentalmente una ragazza”, Virginia dimostrò di possedere invece una grande forza di carattere durante un avvenimento cruciale per la storia italiana.

La nostra eroina ebbe infatti un ruolo di primo piano nell’impedire la distruzione di Roma nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale. Assieme al colonnello delle SS Eugen Dollmann, diplomatico tedesco e probabile spia degli alleati, ella organizzò nel 1944 l’incontro in Vaticano fra Papa Pio XII ed il generale Karl Wolff, Governatore Militare e Comandante supremo delle SS e della Polizia del nord d’Italia. Quel capolavoro politico, che passò alla storia come “Operazione Farnese”, indusse i nazisti ad abbandonare pacificamente Roma, contravvenendo così agli ordini di Hitler.

 

Fotogramma dal film Roma città aperta di Roberto Rossellini, 1945
Fotogramma dal film Roma città aperta di Roberto Rossellini, 1945

 

Si mormora Wolff fosse stato l’amante di Virginia, motivo che forse potrebbe spiegare l’oscuramento familiare della sua memoria. Per una famiglia come gli Agnelli, abituata a dare grande importanza alla forma, sarebbe stato assai sconveniente farla apparire collusa con i tedeschi. Comunque sia, l’intervento di Virginia fu di fondamentale importanza per salvare Roma dai saccheggi ed evitare che i ponti, già minati, venissero fatti saltare in aria.

Oggi questa donna merita di essere ricordata poiché, attraverso la sua delicata mediazione diplomatica, ha reso un grande favore alla sua città senza chiedere nulla in cambio, nemmeno che si sapesse quanto fosse stata abile e coraggiosa.

Virginia fu una lady fuoriserie ed anche il figlio Gianni, nonostante la sua abituale compostezza, ebbe per lei un amore sconfinato. Per tutta la vita tenne in camera da letto una sola fotografia, quella di Virginia.

Si può fare tutto, ma la famiglia non si può lasciare.” (Gianni Agnelli)