SE I DIAMANTI SONO I MIGLIORI AMICI DELLE DONNE, LE CORONE SONO SICURAMENTE I PIÙ INTIMI CONFIDENTI DELLE REGINE.

La mia corona è nel mio cuore, non sulla mia testa: fregiata essa non è di diamanti o di perle dell’India, né risplende allo sguardo. La mia corona si chiama contentezza, è una corona che raramente un re si gode.” (William Shakespeare, Enrico VI, Parte Terza, Atto III, 1588-1592)

 

THE ST EDWARD’S CROWN, LA CORONA DI SANT’EDOARDO

 

Simbolo di autorità e regalità, la corona rappresenta anche il peso del fardello che il monarca si assume nel servire il suo popolo. E la regina Elisabetta II ha portato questo peso per settanta lunghi anni, superando il record di longevità del regno fino ad allora detenuto da un’altra donna, la sua trisavola la regina Vittoria.

La sovrana possedeva tre corone ufficiali, nove diademi, tre tiare, senza contare i sette diademi del patrimonio privato della monarchia inglese, che pare la nostra regina non abbia mai indossato. Ma non tutte le corone sono uguali: alcune fanno parte dei gioielli della Corona, appartengono quindi all’istituzione monarchica inglese, altre rientrano tra i gioielli personali del sovrano.

La corona più importante del Regno Unito è, senza alcun dubbio, la Corona di Sant’Edoardo (St Edward’s Crown), utilizzata nell’atto dell’incoronazione (crowning), ovvero quando l’arcivescovo di Canterbury poggia la corona sulla testa del sovrano. L’attuale corona non è quella indossata da re Edoardo il Confessore, perduta già nel 1261, ma risale al 1661 e, con vari aggiustamenti, è giunta fino ai nostri giorni.

 

Corona di Sant’Edoardo, St Edward’s Crown
Corona di Sant’Edoardo

 

Commissionata al gioielliere di corte Robert Vyner, è composta da una base in oro massiccio su cui si alternano quattro croci patenti e quattro gigli. Dalle croci si innalzano due archi che si intersecano, sorreggendo un globo sormontato da un’altra croce patente. Il globo rappresenta il potere civile del sovrano, mentre la croce indica il suo dominio sulla Chiesa d’Inghilterra. La corona è impreziosita da perle e da gemme, tra le quali compaiono rubini, ametiste, zaffiri, granati, topazi e tormaline.

Inizialmente, dato il costo proibitivo delle pietre, si era deciso di prenderle in affitto. Solamente nel 1911, per l’incoronazione di Giorgio V, si dotò la corona di 444 pietre permanenti. Il suo peso complessivo è di 2,23 chili. Un peso che incarna perfettamente l’onere che deve sostenere un re.

La Corona di Sant’Edoardo fa parte dei gioielli della Corona ed è conservata nella Torre di Londra. Essa è presente su tutti gli stemmi ufficiali del Regno Unito e dei paesi del Commonwealth.

Intessere una corona è molto più facile che trovare una testa degna di portarla.” (Johann Wolfgang von Goethe)

 

THE IMPERIAL STATE CROWN, LA CORONA IMPERIALE DI STATO

 

L’abbiamo vista accanto a Carlo, da poco nominato Carlo III, alla cerimonia di apertura del Parlamento inglese nel maggio di quest’anno, a rappresentare una donna assente per motivi di salute, l’abbiamo rivista, pochi mesi più tardi, accompagnare il feretro di quella donna, Elisabetta II, l’ultima grande regina d’Inghilterra.

Si tratta della Corona Imperiale di Stato (Imperial State Crown), la preferita dai reali nelle occasioni ufficiali, poichè più leggera e maneggevole. Realizzata nel 1838 per la regina Vittoria, nel 1845 andò in pezzi, dopo essere caduta dal cuscino sostenuto dal conte di Argyll, durante la cerimonia di apertura del Parlamento. Un incidente che venne annotato, con una vena di ironia, da Vittoria nel suo diario: “era tutta rotta e schiacciata come un budino spiaccicato.”

Fu così che il gioiello venne rimontato per l’incoronazione del padre di Elisabetta, Giorgio VI, avvenuta il 12 maggio 1937. Seconda per importanza dopo quella di Sant’Edoardo, la corona non passa certo inosservata per la sua maestosità, ma anche per l’alone di leggenda che circonda gli elementi di cui è composta. Forgiata in oro, con croci e gigli, è decorata da 2.868 diamanti e diverse pietre, tra cui 17 zaffiri, 269 perle, 11 smeraldi e 4 rubini.

Ci sono alcuni svantaggi nelle corone, ma per il resto sono oggetti abbastanza importanti.” (Elisabetta II)

 

Cecil Beaton, la regina Elisabetta II nel giorno della sua incoronazione, 2 giugno 1953
Cecil Beaton, la regina Elisabetta II nel giorno della sua incoronazione, 2 giugno 1953. Nella foto indossa la più leggera Corona Imperiale di Stato

 

Nella base, bordata da pelo di ermellino, spicca il brillante Cullinan II, un taglio da 317 carati operato dal più grande diamante grezzo mai scoperto, il Cullinan o Stella d’Africa dal peso di 3.160 carati. Rinvenuto nel 1905 da Thomas Cullinan in una miniera in Sudafrica, venne donato al re d’Inghilterra Edoardo VII in occasione del suo sessantaseiesimo compleanno nel 1907.

La parte superiore è composta da quattro croci patenti impreziosite ciascuna da uno smeraldo. Nella croce centrale è montato il leggendario “Rubino del Principe Nero”. Questa gemma – che non è propriamente un rubino ma uno spinello rosso da 170 carati – ha una storia molto antica, le cui origini affondano nel XIV secolo, quando lo troviamo in Spagna, presso il Regno di Granada, nel tesoro del sultano Muhammad VI.

Nel 1367 il principe del Galles Edoardo di Woodstock, chiamato il Principe Nero, ricevette in regalo la pietra per aver prestato aiuto al re castigliano Pietro I nella Battaglia di Nàjera. Bisognerà aspettare tuttavia il 1445, con il regno di Enrico V, per poter annoverare il “rubino” tra i gioielli della Corona. Sotto il prezioso è stato montato lo Zaffiro Stuart, uno zaffiro blu la cui origine è oscura, ma probabilmente apparteneva a Carlo II.

Ogni croce è intervallata da un giglio tempestato di diamanti e collegata ad esso da un festone sostenuto da zaffiri. Curiosa è la storia delle fasce che uniscono le croci al globo centrale. Sono infatti composte da foglie di quercia e ghianda da cui pendono quattro perle, due delle quali fanno parte delle sette perle che Caterina de’ Medici ricevette in dono dallo zio, papa Clemente VII, per il suo matrimonio con il re di Francia, Enrico II. Successivamente Caterina donò queste perle alla nuora Maria Stuarda, andata in sposa al figlio Francesco II. Tornata in Scozia dopo la morte del marito, Maria Stuarda porto con sé anche le sue perle che vennero poi acquistate dalla cugina Elisabetta I d’Inghilterra – la stessa cugina che l’aveva mandata a morte, ma questa è un’altra storia. È bello sapere che un pezzo d’Italia troneggia sul capo della monarchia inglese!

In cima alla corona svetta un globo d’argento, interamente decorato con diamanti e sormontato da una croce dove è incastonata la gemma più antica della collezione Reale, lo Zaffiro di Sant’Edoardo (Saint Edward’s Sapphire). Si pensa che lo zaffiro fosse appartenuto a Edoardo il Confessore che l’avrebbe indossato, come parte di un anello, durante la sua incoronazione del 3 aprile 1043.

 

Chris Levine, Ritratto di Elisabetta II, dettaglio, 2004
Chris Levine, Ritratto di Elisabetta II, dettaglio, 2004

 

Quando non è utilizzata la Corona Imperiale di Stato è custodita, come quella di Sant’Edoardo, nella Torre di Londra. Degno di interesse è il fatto che le due più importanti corone dei monarchi inglesi hanno le cime chiuse, questo a significare che l’Inghilterra non è soggetta a nessun altro potere terreno. Il sovrano è sottoposto solo a Dio ed è tenuto ad osservare la Legge di Dio.

C’è qualcosa dietro al trono più grande del Re stesso.” (William Pitt il Vecchio, I conte di Chatam)