NEL PRIMO DECENNIO DEL NOVECENTO BERLINO ERA UNA METROPOLI ALL’AVANGUARDIA: NUOVI QUARTIERI, TRAM ELETTRICI, FABBRICHE, GRANDI MAGAZZINI, MA ANCHE ATTIVITÀ CULTURALI, CAFFÈ LETTERARI E TEATRI, PROLIFERAVANO IN UN’ATMOSFERA DI GENERALE OTTIMISMO.
La città si trovava al centro di una rincorsa alla modernità, con tutte le contraddiozini che questo termine implicava: all’urbanizzazione selvaggia faceva eco lo smarrimento dell’uomo contemporaneo.
LE AVANGUARDIE ARTISTICHE
Questo scenario elettrizzante costituì una potente attrattiva per i movimenti artistici più innovativi del tempo. Tra il 1910 ed il 1914 artisti provenienti da ogni parte di Europa si riversarono a Berlino: venivano da Dresda, dove nel 1905 era sorta la Brücke, da Monaco dove aveva fatto la sua comparsa il Blaue Reiter, da Colonia, dove August Macke aveva dato vita ad una declinazione renana dell’Espressionismo, e ancora da Vienna, da Parigi, da Milano, da Roma, da Mosca e da San Pietroburgo.
Non erano solo pittori, ma anche poeti, scultori, registi, scrittori e ballerini: qui si poteva assistere ad una rappresentazione teatrale di Max Reinhardt o a un’esibizione dei “Balletti Russi” di Sergej Djagilev, seguire una lezione di danza di Isadora Duncan, che vi aveva fondato una sua scuola nel 1904, oppure ascoltare un concerto del virtuoso maestro Ferruccio Busoni.
Linguaggi tanto diversi si intrecciarono nel cuore dell’Europa, fomentando una koinè espressiva: l’armonia dei riferimenti francesi e i convulsi linearismi dei nordicisi fusero in una sintassi dai colori violenti, irta di distorsioni prospettiche, segnata dall’introspezione psicologica nei quadri di figura e dalla proeiezione antropomorfica nelle nature morte e nei paesaggi.
Negli anni che segnarono il culmine ma anche la crisi delle avanguardie storiche, Berlino parve affiancarsi o piuttosto sostituirsi a Parigi come capitale dell’arte: i suoi ritmi incalzanti e la sua vitalità inesauribile ne facevano un prezioso stimolo estetico per l’arte moderna.
I NUOVI LUOGHI DELL’ARTE
In linea con la nuova mentalità dell’avanguardia, anche i luoghi della cultura mutarono: il dibattito artistico uscì dalle accademie e dai musei per spostarsi nella gallerie private e nei caffè.
Lungo il Kurfürstendamm, all’incrocio con la Joachimsthaler Strasse, a pochi metri di distanza dalla galleria dove aveva sede la Secessione berlinese, sorgeva il Café des Westens. Guardato con sospetto dal pubblico borghese, era divenuto il ritrovo dell’intelligentia luogo privilegiato per scambare idee, lanciare iniziative, fondare gruppi e organizzare mostre d’arte.
I caffé letterari erano una moda diffusa un po’ in tutta Berlino, importanti poli di attrazione per la clientela artistica. Se i pittori preferivano il Café des Westens, la gente di teatro frequentava il Café Bauer a Unter den Linden; i giornalisti preferivano il Jolicke a Kochstrasse, mentre la Kleine Scala era animato dagli artisti del circo e del varietà.
Anche le gallerie e gli studi degli artisti contribuirono sdoganare l’arte dai circoli esclusivi, portandola a divenire parte attiva ed integrante del tessuto sociale.
UN TOUR NELLA BERLINO DELLE AVANGUARDIE
Proviamo a viaggiare nel tempo attraverso i posti più iconici della Berlino delle avanguardie. La maggior parte di questi edifici non esiste più, ma possiamo avere un’idea di come si viveva in quegli anni e magari organizzare un viaggio alla ricerca dei segni del passato.
TIEGARTENSTRASSE
Da aprile a maggio del 1912, in una bella villa lungo l’elegante viale di Tiegartenstrasse, Herwarth Walden organizzò una mostra di pittura Futurista; era la terza tappa, dopo Parigi e Londra, della tournè europea degli artisti italiani.
A sud-ovest della via, sulla Durlacherstrasse al numero 14, Ernst Ludwig Kirchner fondò, assieme a Max Pechstein, una scuola d’arte.
UNTER DEN LINDEN
Il viale più famoso anche della Berlino di oggi, Unter den Linden (il viale sotto i tigli), attraversa il centro storico della città fiancheggiando i luoghi più amati e noti della città. Al tempo delle avanguardie rappresentava un importante luogo di ritrovo sociale: qui sorgevano i caffé Kranzler (oggi inglobato in una struttura commerciale), Bauer e Viktoria.
LEIPZIGER STRASSE
Nella piazza della strada vennero inaugurati nel 1897 i grandi magazzini Wertheim, progettati dall’architetto Alfred Messel. L’edificio rivoluzionò la struttura degli edifici commerciali, abbandonando un certo storicismo ornamentale verso una struttura più rigorosa e funzionale. Purtroppo il negozio non è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale: nel marzo 1943 fu danneggiato e poi distrutto dai bombardamenti. È possibile vedere oggi un’altra famosa opera dell’architetto, il Museo di Pergamo.
ALEXANDERPLATZ
In una delle piazze più celebri di Berlino, l’imprenditore tedesco di origini ebraiche Hermann Tietz, inaugurò, nel 1904, i Grandi Magazzini Tietz, mirabile esempio di una metropoli che rincorreva la modernità. Distrutto durante la seconda guerra mondiale, al suo posto oggi vi sorge un centro commerciale di stampo internazionale, la Galeria Kaufhof.
FRIEDRICHSTRASSE
La via intitolata all’imperatore Federico I di Prussia, fu ritratta nel 1914 da Ernst Ludwing Kirchner. Il tratto che andava dalla Leipziger ai Linden, ospitava locali, ristoranti e caffé. Nel quartiere avevano sede i tre monopoli editoriali Mosse, Ulstein e Scherl. Mies van der Rohe progettò per la Friedrichstrasse un avveniristico grattacielo trasparente, mai realizzato.
Oggi si è imposta come la via più esclusiva di Berlino con le sue lussuose boutique, i locali raffinati, gli imponenti edifici commerciali e le eleganti strutture residenziali.
BELLE ALLIANCE-PLATZ
L’ampia piazza circolare posta alla convergenza tra Friedrichstrasse, Lindenstrasse e Willhelmstrasse, offriva una prospettiva simile alla romana Piazza del popolo. Nel 1914 fu ritratta da Ernst Ludwing Kirchner con la sua colonna della pace posta al centro. Distrutta con la seconda guerra mondiale oggi prende il nome di Mehringplatz.
POTSDAMER STRASSE
Lungo questa importante arteria sorgevano numerose gallerie, come quella di Fritz Gurlitt (dal 1893 diretta dal figlio Wolfgang) o la Maximiliam Macht, che offrivano i loro spazi ai pittori espressionisti e locali dove era possibile organizzare manifestazioni srtistiche. Era il caso del Cafè Austria che ospitava gli incontri della rivista Die Aktion, importante organo di promozione dell’espressionismo letterario, e le serate del Neopatetisches Cabaret creato, tra gli altri, dai poeti Kurt Miller e Georg Heym. In questa zona sorgevano anche gli studi di molti artisti come quello di Ludwig Meidner dove, ogni mercoledì sera, si riunivano gli esponenti della Die Brücke per discutere di arte e di letteratura.
VIKTORIASTRASSE
Nel 1898 Paul Cassirer con il cugino Bruno fondò nella sua dimora, al numero 35 della Viktoriastrasse, una galleria d’arte i cui locali vennero disegnati dall’architetto belga Henry van de Velde. Il Salone Cassirer, che promuoveva il lavoro delle avanguardie, era anche un importante spazio per condividere idee: si celebravano serate dedicate alla letteratura, alla poesia e al teatro.