LA CONDIZIONE UMANA È UN DIPINTO DI RENÉ MAGRITTE CHE RAFFIGURA UNA TEMA MOLTO CARO ALL’ARTISTA, PIÙ VOLTE RAPPRESENTATO NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA.

Il pensiero è invisibile, come il piacere o il dolore. Ma la pittura fa intervenire una difficoltà: c’è il pensiero che vede e che piò essere descritto visibilmente. ” (René Magritte)

 

LA CONDIZIONE UMANA, ANALISI DELL’OPERA

 

Ci troviamo all’interno di una stanza, davanti ad una finestra che mostra un paesaggio la cui parte centrale è costituita da una tela dipinta appoggiata ad un cavalletto. La tela è identica a ciò che appare nel paesaggio: vi è dunque una continuità tra quello che rappresenta il quadro e quello che appare fuori della finestra.

 

René Magritte, La condizione umana, 1933
René Magritte, La condizione umana, 1933

 

Un’immagine che desta un senso di straniamento e ci lascia perplessi ma che, dopo un primo sconcerto iniziale, ci impone una riflessione; una sorta di enigma che cela un pensiero sull’arte e sul fare artistico.

 

LA CONDIZIONE UMANA, SIGNIFICATO DELL’OPERA

 

La condizione umana, ad una prima lettura, pare alludere alla capacità mimetica dell’artista il quale ha riprodotto così fedelmente la realtà, tanto che l’aspetto del paesaggio si confonde con la superficie dipinta. Ma questa non è che un’interpretazione scontata e banale.

Vi è infatti un significato più profondo, che scava nel concetto stesso di arte: il paesaggio riprodotto crea il paesaggio esterno, non viceversa. Noi vediamo per mezzo dell’opera d’arte. La natura in sé e per sé stessa non esiste, se non per la consistenza che noi le diamo attraverso la nostra interpretazione.

 

René Magritte, Le passeggiate d'Euclide, 1955
René Magritte, Le passeggiate d’Euclide, 1955

 

Questa interpretazione trova le sue radici in un celebre paradosso di Oscar Wilde che sosteneva, con il suo solito acume, che tutto ciò che noi vediamo è un riflesso di ciò che l’arte ci rivela, ossia è il frutto della nostra conoscenza di ciò che l’arte riproduce. Noi vediamo ciò che sappiamo. La percezione delle cose muta con il passare del tempo e da uomo a uomo, in relazione allo sviluppo collettivo e alla conoscenza che ognuno personalmente possiede.

 

LA CONDIZIONE UMANA

 

Secondo René Magritte la condizione umana è la condizione di ogni uomo costretto a vedere il mondo solo attraverso la propria esperienza. Non esiste una verità oggettiva ed assoluta, poiché la nostra conoscenza si fonda sull’interpretazione individuale a sua volta contaminata dalle rappresentazioni artistiche; la realtà non è che coscienza e conoscenza di una visione.

Esistono diverse varianti di questo soggetto sempre con il quadro che si confonde con il paesaggio dietro la finestra: una volta la riva di un fiume o di una spiaggia, un’altra volta la veduta di una città. Immagini semplici che inducono a complicate elaborazioni intellettuali: non c’è bisogno del sogno per essere surreali, la realtà è di per sé stessa un sogno ad occhi aperti.

 

René Magritte, La condizione umana
René Magritte, La condizione umana, versione del 1933 e del 1935

 

Questo mondo disordinato, pieno di contraddizioni, che è il nostro, è in definitiva favorevole, in modo più o meno parziale, a spiegazioni di volta in volta molto complesse e molto ingegnose che sembrano giustificarlo e renderlo accettabile per la maggior parte degli uomini.

Queste spiegazioni tengono conto di una certa esperienza. Si deve notare però che si tratta di un’esperienza già compiuta e che, se essa dà luogo a brillanti analisi, non è istituita in funzione di un’analisi delle sue condizioni reali.

La società futura svilupperà, nel cuore della vita stessa, un’esperienza che sarà il frutto di un’analisi profonda, le cui prospettive vanno delineandosi sotto i nostri occhi.

Grazie a una rigorosa analisi preliminare, l’esperienza pittorica quale la intendo io può essere istituita già fin d’ora. Quest’esperienza pittorica conferma la mia fede nelle possibilità ignorate della vita.

Tutte queste cose ignorate che pervengono alla luce mi fanno credere che la nostra felicità dipenda anch’essa da un enigma associato all’uomo e che il nostro solo dovere sia quello di sforzarci di conoscerlo.” (René Magritte, 1938)