HERBERT LIST DIEDE FORMA A QUEL MEDITERRANEO EPICO E PASSIONALE, PATRIMONIO DI UNA GEOGRAFIA SIMBOLICA DELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO.
Con le sue foto List ci ha restituito il sogno di una realtà mitica e di una bellezza senza tempo che è quella del Mediterraneo, inteso non solo come un mare o una regione, ma come un’idea evocativa e suggestiva.
“Il mondo esterno è emanazione, in circostanze misteriose, del mondo interiore.” (Novalis)
HERBERT LIST, LA FORMAZIONE
Herbert List nacque ad Amburgo il 7 ottobre 1903, da un’agiata famiglia di mercanti. Terminati gli studi classici nel 1920, si iscrisse all’Università di Heidelberg, dove frequentò le lezioni di storia della letteratura e di storia dell’arte. Nello stesso periodo cominciò a lavorare come apprendista per un commerciante di caffè, al seguito del quale compì numerosi viaggi in paesi lontani. Fu durante questi spostamenti che List prese a scattare le sue prime foto, senza alcuna velleità artistica.
Dopo aver abbandonato il suo paese nel 1936, per motivi politici e personali – un dandy omosessuale con un nonno ebreo non poteva certo aver vita facile nella neonata Germania nazista – trasformò il suo hobby in una professione. In questi anni visse tra Parigi e Londra, lavorando per testate prestigiose come “Vogue”, “Harper’s Bazaar” e “Life”.
La cultura classica, le tendenze più innovative dell’avanguardia, in particolare la Bauhaus ed i Surrealismo, la curiosità di scoprire luoghi diversi ed esotici, furono le spinte culturali sulle quali maturò la sua opera fotografica: immagini che “cercano di catturare l’essenza magica che abita ed anima il mondo delle apparenze.”
HERBERT LIST E IL MEDITERRANEO
Tra il 1937 ed il 1941 Herbert List subì il fascino del Mediterraneo. La Grecia e l’Italia furono le mete predilette, luoghi privilegiati della sua sperimentazione artistica.
Attraverso la lente del suo obiettivo, List fondò un nuovo mito dell’antico, fondato sul culto omoerotico dell’eterna giovinezza e la divinizzazione della bellezza efebica. Frammenti di statue, monconi di colonne, vestigia di templi, presero nuova vita mediante l’accostamento a corpi maschili: carne e pietra si fondono, esaltando la scultoreità della carne e la corporeità della pietra.
Ma anche quando i corpi scompaiono e rimangono solo oggetti inanimati, List pone la medesima attenzione, riuscendo a penetrare l’aurea divina presente in tutte le cose.
“L’obiettivo non è dotato di obiettività.” (Herbert List)
HERBERT LIST E IL NUDO MASCHILE
Il fil rouge che lega l’intera opera di Herbert List è il nudo maschile, presenza imperante, al limite dell’ossessione. Fisici statuari, abbagliati dalla luce del sole, incarnazione di un preciso ideale estetico: l’utopia di una società giovane, sana e carnale.
In List il nudo non è esibizione fine a sé stessa, ma strumento di affermazione di una poetica del bello in cui il corpo è espressione formale. Eleganti e raffinati, i suoi nudi sono l’evocazione di quel mondo classico che nel Mediterraneo ha trovato la sua origine.
“Le immagini che ho scattato in modo spontaneo – con una sensazione di beatitudine, come se avessero abitato a lungo il mio inconscio – erano spesso più potenti di quelle che avevo composto con cura. Ho afferrato al volo la loro magia.” (Herbert List)
HERBERT LIST, L’EREDITÀ
Dopo una luminosa carriera, negli anni Sessanta Herbert List smise di fotografare. Il 4 aprile 1975 si spense a Monaco, dimenticato da tutti. Ma la magia del suo Mediterraneo non è stata dimenticata, essa ha trovato nuova linfa in tanta pubblicità patinata dagli anni Ottanta in poi.
Bruce Weber, Herb Ritts, Mario Testino e tanti altri fotografi sono stati influenzati dalle atmosfere languidamente inebrianti di List per costruire le campagne di nomi quali Dolce & Gabbana o di Calvin Klein, anche rubacchiando apertamente alcuni dei suoi scatti.
“Quando avevo il mio studio a New York, Calvin Klein mi chiese di fotografare la sua campagna di intimo e mi domandò dove volessi andare. Immediatamente pensai a Herbert List e Santorini!” (Bruce Weber)